La recensione su Joker

Per la riuscita di un buon film sono necessarie tante cose a partire da quelle più teoriche, come la scrittura, i temi, il contenuto dell’opera, il messaggio che si vuole dare al pubblico, il tono che la storia deve assumere, a quelle più tecniche come la regia, la fotografia, luci e tutto l’apparato scenografico, il trucco e il parrucco. Ovviamente se a tutte queste cose si aggiungono anche delle incredibili doti recitative del cast allora il gioco è fatto. Leggo molte recensioni entusiaste del nuovo "Joker" di Todd Philips, vincitore del Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia 2019 e non posso non trovarmi d’accordo nell’affermare la bellezza di tale pellicola.

Nonostante il film presenti delle tematiche piuttosto dure, violente e attuali con molto pessimismo e crudo realismo, seppur si tratti di un cinecomic atipico rispetto ai consueti film di casa-Marvel, la risposta positiva del pubblico lascia pensare che è possibile fare cinema che parli del mondo di oggi anche attraverso il “genere” dei cinecomic (con le dovute riserve). Per quanto non ritenga assolutamente “Joker” un capolavoro (e credo che bisognerebbe andarci cauti nel paragonare Philips a Kubrick) ma semplicemente un bel film, fatto come si deve e recitato da Dio da un Joaquin Phoenix nel ruolo della vita (ma non nuovo a interpretazioni di altissimo livello come questa, fatevi un regalo e guardate “The Master” di Paul Thomas Anderson), il film, come dicevo, riesce a parlare con la dovuta personalità del degrado morale della società di oggi, della ghettizzazione di alcune realtà sociali e situazioni personali e della spietatezza dei media sfruttando la fama e la potenza narrativa e psicologica del personaggio del Joker. 

Così come vengono tratti grandi film da opere letterarie o teatrali, penso sia possibile trarre grandi pellicole anche dai fumetti (di qualsiasi natura, non solo supereroi). Ovviamente, come si riadatta un libro o un testo teatrale per il mezzo cinematografico, stessa logica deve essere fatta anche per i fumetti (in barba a cosa pensano i fan). Un libro non è un film, un testo teatrale non è un film, un fumetto non è un film e ogni forma d'arte ha il suo linguaggio e necessita di dovuti tagli, aggiunte, modifiche e accorgimenti nella trasposizione da un mezzo artistico all'altro. In questo senso i film Marvel non sempre ci azzeccano (aperta e chiusa parentesi). 

Film pieno di pregi? Assolutamente: come già detto, la pellicola porta avanti una certa maturazione del "genere cinecomics" iniziata post-2000 da Raimi, Nolan e Del Toro (con i passi falsi del povero e confuso Zack Snyder), contestualizza molti temi della nostra modernità in un film di intrattenimento molto alto e si pone come pellicola manifesto su che cosa vuol dire per un attore entrare nel ruolo e tenere in piedi da solo un film (in stile Tom Hanks in "Cast Away"). 

Film con difetti? Sì, ma questo non significa che non sia valido: qualche inserto riguardo la trita e ritrita trama della genesi di Batman potevano essere evitati, qualche scena in questo senso è davvero di troppo (forse messe per un possibile futuro film anche con Batman? Vedremo). Atmosfere e scene quasi copiate da “Taxi Driver” e “Re per una notte” sono un bell’omaggio al maestro Scorsese ma rendono il tutto, specie la prima parte del film, come qualcosa di già visto. In questo senso "Joker" è un ottimo esempio di connubio di influenze diverse ben integrate l’un l’altra ma l’originalità, da un punto di vista della trama e dei temi, non risiede in questo film. 

In definitiva, quindi? “Joker” vale la sala, film molto bello che negli ultimi venti minuti si accende in un delirio di caos, violenza e drammaticità inedita per film di questo genere; ha i suoi difetti, non un capolavoro ma da vedere e rivedere.