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Joker

Regia di Todd Phillips vedi scheda film

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La recensione su Joker

di diomede917
10 stelle

Qual è il segreto di Joker?

Come ha fatto un blockbuster dichiarato diretto da un regista di film commerciali ad entrare in Concorso al Festival di Venezia e poi dominarlo ricevendo il Leone d'oro da una giuria altamente autoriale?

La risposta è che Joker è il film più scorsesiano realizzato negli ultimi 20 anni. Un film così Scorsesiano che è lontano anche dal Martin Scorsese attuale.

Ed è un vero paradosso ,data la dura presa di posizione dello stesso regista italo-americano nei confronti di film tratti dai Comics.

Il vero punto di forza di Joker è proprio l'ambientazione e il taglio registico che Todd Phillips ha voluto dare al film.

La Gotham di Joker sembra uscire da quei film sporchi, brutti e cattivi che hanno caratterizzato il cinema americano negli anni '70 e primi anni 80, quelle realtà che hanno prodotto personaggi alienati e alienanti come Travis Bickle, Rupert Pupkin o i Randle Patrick McMurphy.

Anni '70 che si respirano fin dal vecchio logo della Warner che distribuiva i film come Pic che apre il film.

Protagonistà è Arthur Fleck un uomo solo che vive con la madre malata e che per un disturbo della propria personalità ride in maniera compulsiva e incontrollata.

Una sorta di grido di aiuto che serve ad allentare il terribile disagio che ha dentro e con il quale ci convive con molta difficoltà.

Sogna di diventare un grande stand up comedian ed esibirsi allo show di Murray Franklin ma nel frattempo sbarca il lunario facendo il clown e diventando il parafulmime della società violenta e arrogante che lo circonda, che lo umilia, che abusa di lui. Come tutti i disadatti ha bisogno di un nemico su cui sfogare le proprie frustrazioni e il suo nemico si chiama Thomas Wayne, visto come simbolo del cinismo e del disordine in cui sta riversando Gotham e non è un caso il fatto che Wayne ambisca a diventare il suo massimo esponente.

Todd Phillips prende volutamente e giustamente le distanze dalla realtà dei cinecomic e fa di Joker un atto di denuncia sui nuovi mostri sociali creati dalla Tv Spazzatura, bullizzati o idolatrati da una realtà molto più social di quanto sembri.

E lo fa citando, ma con una propria personalità registica, quei film che credo lo abbiano formato.

Da Taxi Driver (da vedere la scena da solo in camera con la pistola per credere) a Re per una notte (citazione talmente esplicita da usare Robert De Niro come cambio di testimone generazionale) fino ad arrivare a Mean Street attraverso ambientazioni che ricordano Il braccio violento della legge, L'esorcista, Shining e Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Per arrivare alla perfezione Todd Phillips usa e abusa di uno Joaquin Phoenix in uno stato di grazia.

La follia non è solamente rappresentata dai deliri di quella risata ma soprattuto dalla violenza che ha autoinflitto al suo corpo.

Un mix di ossa e fascio di nervi che ti creano non solo empatia con il personaggio, lo spettatore piano piano si identifica nello stesso Joker.

Ognuno percepisce il proprio lato oscuro nell'evoluzione della malattia mentale di Arthur Fleck.

Se Joaquin Phoenix merita di vincere tutti i premi Oscar da qui fino ai prossimi 10 anni per la sua performance, io vorrei ancora di più evidenziare la bravura registica di Todd Phillips che entra in punta di piedi, ci accompagna nel suo inferno come Virgilio, ci disorienta con una sceneggiatura decisamente bipolare per poi esplodere nel roboante ed enigmatico finale che lascia lo spettatore con tante domande, con tante risposte e una certezza.

Lo vado a rivedere.

VOTO 10

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