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Joker

Regia di Todd Phillips vedi scheda film

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La recensione su Joker

di AndrewTelevision01
9 stelle

"Per tutta la vita non ho mai saputo se esistevo veramente... ma esisto e le persone iniziano a notarlo..."

-Arthur Fleck

Joaquin Phoenix

Joker (2019): Joaquin Phoenix

Partiamo dal preludio: sin dal teaser trailer avevo altissime aspettative riguardo questo film. Il motivo? L'atmosfera coinvolgente, seppur breve, trasmessa e l'incoraggiante interpretazione di Phoenix. Inoltre la vittoria al Festival di Venezia mi ha colpito così tanto che mi son detto "ma sì, lo guarderò" e questa, signore e signori lettori, è una delle tante volte in cui mi colpevolizzo di essere stato superficiale, perché non avrei mai immaginato che il regista della trilogia di "Una Notte da Leoni" avrebbe un giorno realizzato quello che considero un capolavoro nel mondo dei cinecomics contemporanei, palese discepolo di "Batman - Il Ritorno" del buon vecchio Tim Burton. Perciò questo "Joker", diretto, sceneggiato e prodotto da Todd Phillips - nella produzione vi è anche un nome celebre, Bradley Cooper - è, essenzialmente, uno dei migliori film del 2019. Purtroppo non posso dire molto sulla recitazione visto che, come tutti gli altri film, ho visto il film doppiato ma vanno comunque applauditi i doppiatori che, seppur non eccezionali, non si sono rivelati banali o dimenticabili. Posso dire, senza ombra di dubbio, che Joaquin Phoenix ha svolto un eccellente lavoro: è l'attore che meglio ha dato vita e sapienza all'espressione morale e fisica del Joker, un personaggio tormentato che vive con la madre, donna con problemi mentali che trasmette al figlio valori che ripudierà in futuro. L'esempio di vita del Joker o meglio, di Arthur Fleck, viene impersonato da uno straordinario seppur marginale Robert De Niro, il quale interpreta il conduttore televisivo Murray Franklin - a mio avviso c'è un rimando all'opera mastodontica di Scorsese, "Re per una notte" - che trasuda al contempo eleganza e spocchiosità. Il sogno di Arthur è quello di diventare un comico o meglio, uno stand up comedian ma tale sogno non viene conorato per l'incapacità di base. Oltre ad un macabro e grottesco modo di concepire la serata, Arthur è affetto da una patologia che gli provoca una risata isterica duratura. L'emarginazione dopo tale gesto porta Arthur a scavare nelle sue origini, capendo che tutto quello che gli hanno e gli è stato insegnato è solo una grande commedia: la sua vita. La pellicola è oggettivamente una delle migliori che mi sia mai capitato di vedere e, a parer mio, rispecchia benissimo la nostra società, arida, debole ma anche vendicativa e violenta. Il Joker è il portavoce della pazzia, colui che è riuscito a non banalizzare la tematica della malattia mentale senza frasi a effetto: soprattutto colui che è riuscito a dimostrare, nelle scene di violenza, una rabbia repressa inespressa. La regia di Phillips è parecchio ispirata: dopo l'esperienza con la trilogia già citata e con i primi film realizzati negli anni 2000, qui vi è un'impronta palesemente kubrickiana - tendente a "Shining" - cosa che ho molto accomunato da alcune inquadrature e pianisequenza girati magistralmente. Ad aiutare sono la bellezza dell'oscura fotografia e del perfetto commento musicale, entrambi inseriti per descrivere i vari stati d'animo del protagonista. Nella colonna sonora spicca in particolar modo "Smile" brano azzeccatissimo che, come al solito, cattura lo spettatore grazie al famoso metodo di contrasto tra immagini e musica. 

Infine bisogna dire che il film mi ha commosso, come giusto che sia. Non dico che mi sia rispecchiato durante la visione, ma da una parte l'emarginazione ha rappresentato una parte della mia adolescenza, seppur con i suoi limiti, e vedere certi atteggiamenti compiuti dal protagonista mi hanno dato un senso di stranezza e compiacimento.

Sublime!

9.

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