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Joker

Regia di Todd Phillips vedi scheda film

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La recensione su Joker

di EightAndHalf
4 stelle

Già sovrastano i titoli delle recensioni più entusiastiche: il primo cinecomic drammatico. Premettendo che probabilmente non è vero, e che già tanti altri cinecomic belli o brutti hanno preso pieghe drammatiche decisamente più interessanti e innovative, possiamo dire che Joker è un film fallimentare, residuo informe di un immaginario hollywoodiano cinematografico che ha preso ormai un’unica direzione, quella dell’enfasi gratuita e dello spiegone che chiarisca allo spettatore (preso per stupido 9 volte su 10) tutti i possibili punti oscuri. Nel caso di Joker, ciò avviene anche quando quei punti oscuri sono in realtà chiarissimi, evidenti fin dall’inizio, ma a quanto pare da privare di qualsiasi ambiguità. Non sia mai che qualcosa non sia chiaro. E quindi via di piccoli flashback riassuntivi, ridondanze narrative e filler inutili, o meglio, utili solo a farci godere un po’ Phoenix che ride, urla, sbraita, si contorce e parla da solo. Per entrare nel dettaglio, è bene chiarire che la regia di Todd Phillips non esiste. E se esiste, il montaggio non ce la fa vedere. Ogni momento potenzialmente intenso è stroncato da tagli violenti che interrompono qualsiasi suggestione, come se il film volesse mantenersi su una medietà più prudente ma comunque incisiva sulla carta. I momenti di delirio di Phoenix non sono mai delirio, sono sempre vissuti da fuori, il distacco è sufficiente affinché possiamo capirne le motivazioni pseudo-psicologiche che il film accampa con una banalità che è meglio tacere. La scrittura è invece devota alla fantapolitica più elementare e scontata, figlia delle divagazioni nolaniane della trilogia di Dark Knight, qui evidente riferimento (anche se un momento è preso paro paro dal Batman di Tim Burton, 1989, ancora capolavoro incontrastato). I plot twist, che chiaramente si riallacciano alla mitologia di Batman, sono prevedibili e privi di qualsiasi novità, se non su un piano narrativo che viene molto presto rimosso per dar spazio ad altro, a mo’ di lima, di sfrondo che semplifichi la confezione. E infine, quello stesso universo supereroistico viene arrogantemente e anche un po’ infantilmente accostato all’universo scorsesiano di uomini disperati che vivono in un mondo disperato (ma che qui ha al massimo la logica del liceo in cui ci sono i bulli che fanno del male al malcapitato ragazzo un po’ diverso; c’è giusto un po’ di sangue a sorpresa in più, e manco tanto). Forse sarà impossibile evitarlo quando uscirà, è già il film più discusso dell’anno, in corsa agli Oscar e a tutti i premi coevi. Legittimo però, visto quella sola informativa volta, ignorarlo per sempre.

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