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The Bad Seed

Regia di Rob Lowe vedi scheda film

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La recensione su The Bad Seed

di Furetto60
5 stelle

Remake del capolavoro del 1957 "il giglio nero" tratto dall'omonimo romanzo, è un horror passabile, ma di gran lunga inferiore all'originale.

Emma è una bambina orfana dalla nascita, che vive con il suo papà, e successivamente con una tata. Nonostante viva sostanzialmente sola, è molto amata dal padre che cerca di non farle mancare niente, soprattutto il suo affetto. Come tante frequenta la scuola, con buoni risultati, anche se l’insegnante interpellata sul suo rendimento, manifesta dei dubbi, non sull’intelligenza e la capacità, che non sono in discussione, ma su alcune strane tendenze caratteriali e la poca inclinazione a socializzare con gli altri. Tuttavia la bambina si dimostra sempre molto affettuosa con il papà e la faccenda viene presto dimenticata. Un giorno succede un fatto increscioso, nell'istituto frequentato da Emma. Un suo compagno di scuola fresco vincitore della medaglia, come migliore ragazzo dell’anno, trofeo cui teneva molto la bambina, viene trovato morto su di una scogliera. Peraltro l’ultima a vederlo vivo era stata proprio lei, che insieme al compagno si era recata sull’orlo del burrone. Quando viene informata dell’accaduto non mostra né stupore né dolore. Tuttavia il papà la giustifica, ritenendola in stato di shock. Nel frattempo irrompe nelle loro vite una tata, che al contrario del padre, capisce subito la natura perversa della bambina, e la sfida apertamente e continuamente, fino a quando viene da costei intrappolata in un fienile cui appicca il fuoco, morendo carbonizzata. L’insegnante di cui sopra, ha uno strano incidente, con delle vespe che entrano nell’abitacolo e le fanno perdere il controllo, insomma la ragazzina lascia sulla sua scia, un bel po’ di cadaveri, fino a quando anche il genitore di fronte a prove evidenti, scoprendo che oltretutto conserva la famosa medaglia scomparsa dopo il rinvenimento del bimbo morto, finalmente intuisce, che la vera natura della sua amata figlia è tutt’altro che bonaria e che forse il comportamento esemplare di Emma, è solo una recita di facciata, dietro la quale si nasconde un'anaffettiva e sociopatica omicida, lucida e calcolatrice, oltre che manipolatrice, malgrado la sua tenerissima età. La regia è stata affidata all’esordiente 50enne Rob Lowe, attore caratterista di secondo piano con all’attivo decine di piccoli ruoli. Qui si occupa di tutto, dirige, produce e soprattutto recita nel secondo remake del piccolo cult degli anni ’50, Il giglio nero, tratto da un romanzo di successo di Mervyn LeRoy .In questa versione abbiamo a che fare con un papà vedovo e non più con una mamma, si sposta dunque l’attenzione su una figura maschile alle prese con l'educazione e la crescita di una ragazzina. La conseguenza principale di questo switch, rimanda alla nascita stessa della co-protagonista. La Emma nell'originale Rhoda,scopriva ad un certo punto di essere stata adottata, e di essere figlia biologica della criminale Bessie. Invece qui Emma, insospettabile consumatrice di cioccolata calda,fruitrice  dei film di Shirley Temple e presa dai convenevoli “Cosa mi daresti per un cesto di baci?”, “Un cesto di abbracci!” ha provocato la morte della mamma, al momento della nascita. E’ un personaggio oscuro e inquietante, senza morale che, come il male che incarna, non guarda in faccia nessuno se non il suo personale tornaconto. Una figura ambigua, animata solo da pulsioni di morte, e la sua quotidianità è attraversata da oscuri e macabri presagi. Come il gatto annegato che galleggia in piscina, o la vespa impazzita nell’aula della scuola, che lei gestisce con calma serafica.Buona l’ambientazione fredda e asettica e l’atmosfera  suggestivamente tetra, contribuiscono alla buona resa “psicologica” del prodotto, anche se la regia non sempre è efficace, c’è un utilizzo eccessivo di droni, che confondono la geografia spaziale delle scene e in alcuni passaggi la sceneggiatura non è convincente. Tuttavia, al netto di questo e senza cercare un improponibile confronto, si possono apprezzare buoni momenti di suspense e un’ottima interpretazione dell’attrice bambina “assassina”, in un ruolo veramente difficile, nel complesso un horror passabile, ma fotocopia sbiadita del capolavoro del 1957.

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