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Agente 007. Una cascata di diamanti

Regia di Guy Hamilton vedi scheda film

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La recensione su Agente 007. Una cascata di diamanti

di maso
4 stelle

 

 

Un film che ha il tono da farsa dei Bond movies interpretati da Roger Moore ma con Sean Connery nel ruolo di 007.

Il mio incipit è la sintesi di quello che è in effetti "Diamonds are forever" ma sarebbe troppo innocuo per descrivere questo autentico casino cinematico che rappresenta il primo di un trittico di film della serie veramente mediocri per non dire peggio.

Cari affezionatissimi di James Bond dopo l'indimenticabile cinquina iniziale conclusasi con il deludente "You only live twice", dopo l'impennata della temporanea parentesi di "Al servizio segreto di sua maestà" con George Lazenby come protagonista che rappresenta per me il raggiungimento di un traguardo artistico irripetibile per la EON "THESE ARE THE BAD TIMES".

Gli anni settanta dell'agente segreto più famoso del mondo saranno caratterizzati dall'umorismo esagerato e troppo spesso dalle baracconate inserite in sceneggiatura sempre più a discapito delle atmosfere spionistiche cupe ed emozionanti consone all'origine del personaggio creato da Fleming non certo per intrattenere bambini che succhiano il calippo a fianco di mamma e papà, non è una coincidenza che i primi tre film della decade saranno diretti da Guy Hamilton indiscutibilmente il registsta meno immaginifico capitato dalle parti della EON.

L'obiettivo della storica casa di produzione della saga di 007 era di ripetere con questo film il risultato spettacolare e iconografico raggiunto con "007 Missione Goldfinger" diretto proprio da Hamilton ma non bisogna farsi ingannare dalla paternità attribuita a questo regista dato che quel film fu diretto e girato con il crew e lo stile di Terence Young, l'unico elemento apportato da Hamilton è il tono più campy che lo differenzia un pò dai tre film diretti da Young, questo elemento caratteriale è lievitato a dismisura in "Diamonds are forever" e nonostante il film sia anche simpatico se preso come corpo a se stante non posso evitare di dire che a livello concettuale e strutturale fa proprio cagare.

Il forfait di George Lazenby, che fu comunque tentato a lungo dalla EON per riprendere il ruolo, rimise i produttori nella stessa situazione vissuta all'indomani del ritiro di Connery: a chi affidare il ruolo di James Bond.

La scelta ricadde su John Gavin che aveva anche l'aspetto giusto pur non essendo un attore eccezionale, firmò il contratto propostogli ma all'ultimo momento un produttore associato riuscì a convincere Connery a ritornare per la cifra record di un milione e duecentocinquantamila dollari causando la dipartita di Gavin che fu comunque pagato su insistenza di Cubby Broccoli pur non avendo recitato neanche un ciak.

Saltzman e Broccoli gongolavano all'idea di avere in squadra contemporaneamente il regista e soprattutto l'attore protagonista del film più spettacolare ed amato di quelli realizzati, in più il fatto di ambientare la storia a Las Vegas lasciava pensare che il pubblico americano che aveva in parte snobbato il film con Lazenby sarebbe tornato nelle sale entusiasta ma mai errore di valutazione fu più grande almeno per quel che riguarda il risultato artisico: certo il film incassò parecchio negli USA e in tutto il mondo ma secondo me solo perchè riproponeva Connery nei panni di Bond e non certo per la sua valenza visuale ed emozionale, ripeto questo film se visto in ottica di consequenzialità con il finale emotivamente forte di "Al servizio segreto di sua maestà" può causare l'odio più profondo fra gli amanti del vero James Bond.

Il nostro eroe è alla ricerca di Blofeld ma quando lo incontra lo tratta come un qualsiasi altro villain e non certo come quello che gli ha....., insomma già qui l'odio comincia a crescere poi si parte con questa trama pasticciatissima che ha davvero poco del quarto romanzo di Fleming dal titolo omonimo, Bond è sulle tracce di trafficanti di diamanti che vengono fatti fuori e privati delle pietre preziose sottratte non si sa da chi e per quale scopo, o non lo immaginate da chi?

La sua missione lo porta prima ad Amsterdam dove incontra la Bond girl di turno, Tiffany Case da me molto amata perchè è una trafficante furba e tremendamente sexy nelle curve e i capelli rosso fuoco e il viso da urlo di Jill St. John, davvero una delle poche cose che mi fanno impazzire di questo film.

Il grosso avviene a Las Vegas dove Bond non sembra mai veramente in pericolo, altra grossa pecca del film, si aggira fra casinò e laboratori spaziali sempre alla ricerca dei diamanti ma nel frattempo becca Lana Wood, la sorella di Natalie, ad un tavolo verde con la ragazza che mette in mostra due tette fuori serie e si qualifica dicendo "Hi..I'm Plenty" e lui "But of course you are!", plenty in inglese significa abbondante e da qui nasce la battuta di Bond che dice "Certo che lo sei!", è così importante Plenty O'Toole al fine della storia vi chiederete voi, certo che no ma rappresenta uno dei buchi della trama più grossi mai visti in uno di questi film dato che scompare lanciata in una piscina come la scena che svolgeva la trama e ricompare morta in un'altra, non starò qui a spiegarvi la scena mancante è solo uno spunto in più per dirvi che cesso di film vi sto raccontando.

Bond nel frattempo ha dato una bella guardata a Tiffany in una scena emblematica che segna il passaggio alla nuova decade, è il primo nudo quasi integrale di Bond salvato dallo zoom, certo Connery non era più il fustaccio dei primi film ed in questo è anche vestito in maniera imbarazzante con la cravatta rosa ma sembra divertirsi in mezzo al campy più totale che il copione gli impone, piuttosto il problema è che in questo film c'è lo scontro finale con Blofeld e l'interpretazione fornita da Charles Gray è molto inferiore ai suoi predecessori, in più il budget ridotto causato dal salario stratosferico di Connery impose i tagli imperdonabili di molte scene in fase di produzione oltre a degli effetti speciali vergognosi che sembrano fuoriusciti da un B movie anni 50: osservate il satellite diamantato e l'esplosione degli elicotteri e poi provate a darmi torto se ne avete il coraggio.

Bond doveva approdare nella piattaforma di estrazione in mezzo al mare, sventare il piano di Blofeld e poi farlo fuori, tutto ciò doveva emanare una tensione graffiante essendo la sfida finale con il suo arcinemico ed invece non avviene niente di tutto ciò ed il tono è da barzelletta, Blofeld è morto? E' fuggito? E' disperso in mare? Non si saprà mai perchè queste scene non furono girate per mancanza di fondi sufficienti a renderle degne di un film di questa caratura!

Addirittura non ebbero i soldi neanche per gli uomini rana che si vedono nel manifesto!

Credo di non dover aggiungere altro per farvi capire che razza di lavoraccio mal riuscito è questo film dove il solo vero diamante inscalfibile dal tempo è il brano portante che rimarrà per me la più bella canzone della saga: "Diamonds are forever" su musica dell'immenso John Barry e parole di Don Black ha un sound, un'armonia, un mood e un arrangiamento irresistibili e non è un caso che la sua interprete sia la stessa di "Goldfinger", Shirley Bassey con la sua voce straripante ed eterna doveva chiudere il triangolo vincente con Connery ed Hamilton capace di ricoprire d'oro quel film ma per "007 Una cascata di diamanti" verranno sempre e solo ricordate la sua canzone e la sua voce mentre nessuno giudicherà mai memorabile la direzione del suo regista e la prova del suo protagonista, il film stesso per gli indici di gradimento è sempre nei bassi fondi delle classifiche bondiane, ma ripeto preso a se stante pur essendo un cesso con i suoi colori sgargianti mi può anche divertire, se contestualizzato però con gli altri film e con il cattivo per eccellenza Blofeld sarebbe da mettere al rogo.

Sean Connery

L'ultima scena di Connery in un film ufficiale di 007 è quella in cui è steso in una bara scoperchiata nell'agenzia di pompe funebri, filmata il 13 agosto 1971, curiosa coincidenza anche con il fatto che questa sua caratterizzazione è piena di humor e si avvicina più a Moore che ai suoi film storici ma non è certo il suo Bond da ricordare seppur gradevole e se confrontato con "Si vive solo due volte" in cui è inaccettabile per la sua passività e svogliatezza.

Jill St. John

Una delle mie Bond girl preferite di sempre!

Jill è troppo sexy nei panni di Tiffany, sboccacciata e attiva al fianco di Bond, che femmina Jill St. John!

Lana Wood

She is plenty! Li davanti.

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