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Ottobre - I dieci giorni che sconvolsero il mondo

Regia di Sergej M. Ejzenstejn vedi scheda film

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La recensione su Ottobre - I dieci giorni che sconvolsero il mondo

di sasso67
8 stelle

"Oktjabr'" è un grande film, un vero kolossal, al contrario della "Corazzata Potëmkin". Un film su commissione, per celebrare il decimo anniversario della rivoluzione, che Ejzenstejn nemmeno riuscì a completare in tempo: la prima proiezione pubblica dovette slittare ai primi mesi del 1928, anche perché la pellicola dovette subire certi aggiustamenti, tra i quali la cancellazione di ogni riferimento al ruolo di Trotskij, all'epoca già caduto in disgrazia. Ci si può immaginare in quali condizioni abbia lavorato il regista russo, che poté godere di amplissimi mezzi da parte del regime, ma subì una pressione insopportabile, sia dal punto di vista dei tempi di lavorazione sia dal punto di vista ideologico. Il risultato va a tutto merito di Ejzenstejn e dei suoi collaboratori Grigorij Aleksandrov e Eduard Tissé (il mitico operatore e mago delle luci).
Ma insomma, il film. "Oktjabr'" ricostruisce gli eventi che portarono i bolscevichi alla presa del potere all'interno del movimento rivoluzionario russo di quel fatidico 1917, che non vide soltanto la rivoluzione russa e l'uscita del paese dalla Prima Guerra Mondiale, ma anche l'entrata in guerra degli USA (che per le sorti della guerra fu un po' come se durante una partita di calcio il Milan avesse sostituito Egidio Calloni con Van Basten). Ma il film non è un documentario, anzi è tutt'altro. Ejzenstejn rifuta "ideologicamente" il naturalismo e il realismo che invece troveranno esaltazione nel cinema di Pudovkin: Aldo Grasso nella sua monografia su Ejzenstejn per il Castoro contrappone i metodi di Pudovkin derivati da Stanislavskij (l'ispiratore ultimo del metodo dell'Actor's Studio di Lee Strasberg da cui sono usciti, solo per citarne un paio, Al Pacino e Robert De Niro) da quelli di Ejzenstejn, derivati da Mejerchol'd. Cinematograficamente, "Oktjabr'" è caratterizzato da due modi di procedere, entrambi realizzati grazie alla tecnica del montaggio ("il montaggio analogico!" esclamerei con la voce retorica e lo sguardo perso all'orizzonte del geometra Calboni): la tecnica delle contrapposizioni e la tecnica "dialettica", che Ejzenstejn sosteneva derivasse direttamente dal materialismo dialettico di matrice marxiana. Il primo metodo implica il contrapporre immagini molto diverse: dall'opposizione tra i palazzi del potere dove tutto è lusso alle condizioni miserevoli in cui versa il popolo russo, dalla pace del Palazzo d'Inverno all'inferno del fronte, dalle facce emaciate e quasi ascetiche dei menscevichi a quelle infervorate e convincenti dei bolscevichi. Il secondo metodo, una vera e propria invenzione rivoluzionaria di Ejzenstejn, consiste nell'accostamento di vari oggetti per esprimere un concetto: ad esempio accostando un cane ed una bocca si ottiene "abbaiare" e così via.
Credo che "Oktjabr'" vada letto con queste coordinate interpretative e ne risulterà forse la visione non di un capolavoro, ma di un vero film "rivoluzionario", un film non celebrativo (come volevano le gerarchie sovietiche), ma un eterno monumento alla rivoluzione permanente. Ci sono sequenze che rimangono impresse nella memoria, come quella di Kerenskij che sale la scalinata del palazzo, trasformandosi prima in Napoleone e poi subendo un processo di deificazione che lo accosta alle immagini di idoli cristiani, africani, buddisti; o quelle che vedono le donne bolsceviche (raffigurate come donne piuttosto rozze) fare toeletta sul biliardo dello zar; e quelle con il vecchietto barbuto (che secondo me Ejzenstejn intendeva come raffigurazione della Russia) che dorme durante l'assemblea allo Smol'nj, per poi risvegliarsi alla fine per applaudire l'intervento di Lenin. Anche il commento musicale, che non so se facesse parte della versione originale o se sia stato aggiunto successivamente, sottolinea in maniera mai enfatica e spesso anzi ironica quello che si sa essere un trionfo annunciato. Non credo comunque che si debba sopravvalutare l'importanza della musica, meno rilevante nelle intenzioni del regista rispetto alla funzione delle didascalie, le quali assumono alternativamente un ruolo "enfatico" (nel senso che evidenziano alcune immagini o alcuni concetti) oppure ironico: "Salvare il governo provvisorio!"; "Salvare il governo provvisorio?".
"Oktjabr'" è in ogni caso un film da vedere e da vedere non come comizio, ma come spettacolo cinematografico, ARTE nella quale Ejzenstejn era e resta un grande maestro.

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