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Isabelle

Regia di Mirko Locatelli vedi scheda film

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La recensione su Isabelle

di Baliverna
6 stelle

Prodotto dignitoso ma non eccelso dal Carso triestino, che forse punta al di sopra delle proprie possibilità.

È un film che assume consistenza via via che procede.... ma non riesce mai ad assumerne abbastanza, secondo me.

La prima metà mi sembra una minestra buona ma diluita; ci sono infatti scene troppo lunghe, e altre inutili. Poi il tono drammatico cresce e si aspetta di vedere dove si andrà a parare, ma io, francamente, non l'ho capito.

Degli attori, paradossalmente, la meno brava mi è sembrata la protagonista, complice la sua poca dimestichezza con la lingua italiana. Mi hanno convinto, invece, il figlio, la giovane collega, e soprattutto il ragazzo, che ci offre sequenze ben interpretate e ricche di sfumature.

Quanto al contenuto, pare che si tratti di un tentativo di disamina sulla paura di essere scoperti, dopo aver commesso un errore pure involontario, ma dalle gravi conseguenze. E chi prende troppe precauzioni rischia di tradirsi proprio per quelle. Ciò che sembra mancare è il senso di colpa vero e proprio. L'incidente stradale pregresso, comunque, rimane delineato in modo vago, e la scena finale sul luogo della tragedia mi è sembrata volutamente enigmatica.

La regia di Mirko Locatelli è tutta concentrata sugli attori, e poco sulle riprese e le inquadrature, dove mi pare manchi una precisa idea di cinema. Spesso la macchina a mano indugia frontalmente sui personaggi con poca fantasia, e si serve di un montaggio minimo. Inoltre, c'è una certa insistenza a inquadrare dall'interno dell'automobile, persino quando l'azione avviene al di fuori di essa, cosa che a momenti mi ha infastidito. E poi, tutte quelle telefonate, sono davvero interessanti e necessarie?

Vi sono, inoltre, alcuni vaghi – troppo vaghi – accenni ad una doppia vita del figlio della protagonista. La madre dice che si allontana spesso da casa senza dire dove va, e in una scena lui fa cenni d'intesa ad un tizio col cane che sta passando per la vigna, con il quale poi si allontana. Questo, assieme al poco interesse che pare avere per la moglie, fanno pensare ad una relazione omosessuale, ma è solo una mia interpretazione.

In conclusione, il soggetto lo ritengo interessante e fertile di spunti, ma mi sembra che venga sviluppato in modo zoppicante, con idee non molto chiare in merito a ciò che si vuole comunicare allo spettatore. In generale, tuttavia, è un film che si lascia guardare con curiosità.

I triestini come me riconosceranno molti luoghi noti, anche se presentati in modo un po' astratto e straniante.

 

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