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Mara

Regia di Clive Tonge vedi scheda film

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La recensione su Mara

di undying
4 stelle

Millesimo film sugli incubi/succubi notturni e sul fenomeno definito clinicamente "paralisi del sonno": un tormentone che in anni recenti -assieme al boogeyman "mammossessivo"- ha inflazionato il genere horror. Esordio (inglese) di un regista che non ha molte cose da dire. E quel che dice, lo fa anche male.

 

locandina

Mara (2018): locandina

 

Quando Matthew viene trovato senza vita (persa per morte violenta) nel letto, i sospetti ricadono sulla moglie Helena. La psicologa Kate Fuller (Olga Kurylenko) viene incaricata di formulare una perizia sulle condizioni cliniche di Helena. Per stabilirne lo stato di schizofrenia ricorre alla testimonianza della piccola figlia della coppia, Sophie (Mackenzie Imsand). Ma una volta tratta in arresto, la donna fa uso di deliranti argomentazioni, affermando che l'omicidio è stato compiuto da un "demone del sonno", conosciuto come Mara. Kate, scoperto che la vittima soffriva di disturbi del sonno, interviene all'incontro di gruppo tra persone afflitte dalla stessa patologia. Qui conosce Dougie, personaggio apparentemente folle, che nomina, in riferimento all'esperienza della paralisi notturna, lo stesso nome del demone: Mara.

 

Olga Kurylenko

Mara (2018): Olga Kurylenko

 

"Quando entriamo e usciamo da una fase REM, un ormone viene rilasciato nel cervello. Esso sopprime tutte le funzioni motorie, paralizzando chi dorme. In realtà è un comodo trucchetto dell'indole: ci evita di agire nei nostri sogni. Alcuni si svegliano durante questo stato, paralizzati, ma pienamente consci di ciò. Alcuni soffrono di allucinazioni, incubi ad occhi aperti. Quasi tutti, nel corso della vita, sperimenteranno la paralisi nel sonno." (Dott. Ellis)

 

Olga Kurylenko

Mara (2018): Olga Kurylenko

 

Esordio alla regia per Clive Tonge, che sceglie un soggetto (in parte di sua ideazione) scontato e prevedibile nonché trattato (come un vero e proprio tormentone) in tutte le salse possibili immaginabili. Dai primordi del sopravvalutato Nightmare (citato in un divertito injoke all'interno del film) sino all'inguardabile Dead awake. Il taglio inglese dona al film un aspetto meno caotico,  e riluttante a concessioni pirotecniche ma il fulcro del film non si discosta di una virgola dalla piattezza di una trama prevedibile e piuttosto noiosa. Per non parlare della sceneggiatura, con perle di dialogo, messe in bocca a luminari della scienza, del tipo... "Ci sono tre modi di essere: svegli, addormentati e una via di mezzo." (sic)

L'ucraina, di adozione francese, Olga Kurylenko fa quel che può, strabuzza gli occhi (pare che debbano schizzare come palle da ping pong da un momento all'altro), li sforza "a sangue" e tenta -vanamente- di rendere tragica la figura (perdente) di una donna razionale, in pericolosa ascesa verso temi meno pragmatici e più teologici. Mentre il resto del cast assolve con media professionalità al ruolo attribuito, due parole possono essere spese per la malefica presenza notturna (ma allo stadio finale anche diurna), ovvero Mara: altro non è se non la milionesima creatura anchilosata, pallida e con capelli corvini figlia dell'iconografia nipponica che con Samara/Sadako si è resa responsabile di avere inflazionato l'archetipo della macilenta manifestazione spettrale deputata a rendere meno lieti i sogni degli spettatori [perché mai, poi, quasi sempre una megera, arpia, strega marcesente, ovvero fed minus -infedele cioè a dire in lessico clericale femmina- e mai un incubo, ovvero, etimologicamente, che sta sopra al contrario del succube (che sta sotto)?].

 

scena

Mara (2018): scena

 

Il tentativo di trovare una giustificazione all'improvvisa comparsa di Mara scade nel paradosso, che poi coincide con la più puerile delle giustificazioni; da una immane tragedia parte la catena con ogni "anello" destinato a purgare una presunta malefatta evocata più che altro dal rimorso e/o senso di colpa. Molto bella la fotografia, ottima la scelta delle location e -più in generale- discreta la composizione delle immagini. La sensazione definitiva, considerato anche il medio budget (circa 5.000.000 di dollari), è quella di un sonoro buco nell'acqua. Un film che finisce nel calderone dei più inutili horror sul tema dei "succubi, che erroneamente stanno sopra". Nel 2018 qualcuno rimescola ancora gli ingredienti di Craven e del suo Nightmare: roba da far rigirare il buon Freddy Krueger nella tomba.

 

Olga Kurylenko

Mara (2018): Olga Kurylenko

 

Citazione 

"In giappone la chiamano Kanashibari. A Zanzibar, la chiamano Popobawa. In Canada, la chiamano la Strega del Sonno. Ma qui è Mara. È presente ovunque, anche nel libro dei sogni cinese! La prima prova della sua esistenza risale al 400 avanti Cristo. Mara è apparsa prima di Cristo! Fuseli la dipinge nel 1781! Nel 1977 cento rifugiati hmong muoiono nel sonno dopo avere percepito una presenza maligna che gli schiacciava il petto. E ancora, nel 1983 in Thailandia 230 persone vengono trovate morte nel sonno. Primo stadio: la vedi quando sei paralizzato. È successo a milioni di persone, ma per alcuni finisce lì. Per gli sfortunati come noi si passa al secondo stadio. Ti lascia un marchio rosso sull'occhio. Poi passa al terzo stadio, il contatto fisico. Ti sale sul petto e ti mette le mani intorno alla gola. E poi il quarto stadio. Inizi a vederla anche da sveglio, e non va più via. E non appena ti addormenti sei morto." (Dougie)

 

Olga Kurylenko

Mara (2018): Olga Kurylenko

 

Quando Kate si trova a parlare con un medico della paralisi del sonno, nella stanza è presente anche una più giovane assistente. Ne esce un dialogo esplicativo di questo tenore:

Dott. Ellis: "Anch'io ho avuto l'esperienza della paralisi nel sonno: c'era Freddy Krueger nella mia stanza."

Assistente: "Nel mio caso alieni!"

Dott. Ellis: "Ah, il gap generazionale. Dopo Roswell e gli UFO crashes i fenomeni di abuction si sono moltiplicati."

Assistente: "Vuoi dire dopo X-Files..."

 

scena

Mara (2018): scena

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