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Le invisibili

Regia di Louis-Julien Petit vedi scheda film

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Cast Le invisibili

#A dirigere Le invisibili è Louis-Julien Petit, regista francese. Nato nel 1983 a Salisbury, nel Regno Unito, Petit si è diplomato all'ESRA (la Scuola superiore di realizzazione audiovisiva) di Parigi nel 2004 e ha cominciato a lavorare come assistente di produzione per diversi lungometraggi francesi e internazionali con rinomati registi come Luc Besson. Parallelamente, ha iniziato a scrivere e realizzare cortometraggi con cui ha partecipato a diversi festival internazionali. Nel gennaio 2014, ha terminato le riprese del suo primo lungometraggio, Discount#, in cui racconta, basandosi su una storia vera, le vicende di un gruppo di operai di un discount alle prese con i problemi della grande distribuzione organizzata e con il fantasma della disoccupazione. Nel 2016 ha poi presentato Carole Matthieu#, opera seconda tratta da un romanzo noir di Marin Ledun. Le invisibili è il suo terzo lungometraggio.

Il cast di Le invisibili conta sull'appoggio di un gruppo di note attrici francesi ma anche di molte donne senza fissa dimora. A spiegarne le ragioni è lo stesso Petit: "Le donne rappresentano in Francia il 40% della popolazione senza fissa dimora. Non ce ne rendiamo conto perché tendono a nascondersi e a proteggersi dalla violenza di strada. Si mimetizzano e diventano praticamente invisibili. Alcuni mesi prima delle riprese, abbiamo lanciato un casting molto particolare: volevamo attrici non professioniste, donne che avevano sperimentato la vita in strada, ex vagabonde o ospiti di case alloggio. Abbiamo visto oltre 150 donne: a ognuna abbiamo lasciato un'ora di tempo per guardare la telecamera e raccontare la propria esistenza, senza tralasciare nulla. Ciò ci è servito a capire meglio le loro personalità e a osservare come si comportavano da sole o in gruppo. Abbiamo poi organizzato seminari con le prescelte per "mostrare" loro come si recita e abbiamo chiesto a ogni partecipante di scegliere un soprannome, in base alla figura femminile che più ammiravano. Sul set non abbiamo mai saputo il loro vero nome. Nei due mesi di riprese le abbiamo conosciute solo come Edith (Piaf), Brigitte (Macron), Lady D, Simone (velo), Marie-José (Nat), Mimie (Mathy)... Ciò ha dato loro la possibilità di celarsi dietro una personalità diversa e di scordarsi delle telecamere. A interpretare le senzatetto avevamo solo due attrici professioniste, Sarah Suco e Marie-Christine Orry, interpreti dei personaggi di Julie e Catherine, ispirati a due figure che appaiono nel libro e nel documentario della Lajeunie".

"Oltre alle vagabonde, nella nostra società esistono altre donne invisibili", ha proseguito Petit. "Si tratta di coloro che non ricevono nessun aiuto per aiutare chi ha bisogno. Non si parla molto di loro e non le vediamo quasi mai. Nonostante le difficoltà legislative a cui sono tutti i giorni costrette, si prendono cura delle senzatetto con forza incrollabile, preoccupandosi del loro reinserimento. Che siano volontari o no, le assistenti sociali svolgono un compito difficile ma necessario. Raramente vengono ringraziate. Nel mio film sono rappresentate da un cast eclettico, intergenerazionale e multietnico, con personaggi all'altezza della situazione: Audrey Lamy interpreta Audrey, un'idealista che lavora senza filtri e che non perde mai d'occhio la situazione, prodigandosi per le altre e dimenticandosi quasi di se stessa; Corinne Masiero, con cui lavoro per la terza volta, dà vita a Manu, la direttrice dell'Envol, una donna forte ma sfinita dal sistema sulla cui testa pensa come una spada di Damocle l'imminente chiusura del centro; Noémie Lvovsky impersona invece Hélène, una volontaria del rifugio, un personaggio scomodo e ferito che pone spesso le domande sbagliate ma che viene sempre perdonata grazie alla sua incredibile umanità".

"Il cast principale di donne di Le invisibili - ha concluso Petit - è poi completato da Deborah Lukumena che, lanciata da Divines, porta in scena Angélique, un'adolescente senza casa che, piena di paradossi e con alle spalle incredibili pugnalate, è a un bivio della sua vita. I personaggi maschili, invece, sono quasi tutti per mia scelta compassionevoli: tra questi, si scaglia la figura di Dimitri, un fratello attento e riflessivo con le fattezze di Pablo Pauly".