Regia di John Schlesinger vedi scheda film
Irresistibile e gustosa commedia spennellata con lo strutto, di fragrante e genuina simpatia, che, senza remora alcuna, si fa beffe del sofisticato incanto fiabesco delle eleganti storie romantiche da fine ottocento ed inizio novecento tratte dai tanti classici della letteratura inglesi che hanno imperversato a dismisura negli ultimi anni, in molteplici film in costume, grazie al selvaggio sfruttamento perpetrato da produttori affamati e sceneggiatori di scarsa creatività che non sapevano più a quale santo votarsi. Qui i bifolchi son davvero tali, screanzati, rozzi e ricoperti di letame, ma naturalmente di inadulterata umanità. Il primitivo stile di vita dell'allegra famigliola campagnola (composta da provetti bovari, stalloni da monta, partorienti a getto continuo, sgobboni senza sosta, ecc.) viene messo prontamente a soqquadro dall'intraprendenza di una giovane orfana (elemento scontato e costante), per nulla turbata dal suo stato, in vena di apportare ammodernamenti al suo interno (sgrassando allo stesso modo abitazione ed inquilini) e pilotando, al meglio, la vita di ogni singolo componente, da brava pigmalione in gonnella. Condotto al termine con un percorso morbido e lineare dopo un incipit marcato da un classico MacGuffin, il film ha come pregi particolari, oltre alla strampalata accozzaglia di personaggi meravigliosamente resi da un polpacciuto manipolo di attori abbondantemente all'altezza e dal perfetto connubio di sgradevolezze da stalla (almeno per noi schizzinosi “cittadini”) con più apprezzabili ghiottonerie campestri, anche un succulento appeal agreste, nonostante la triste nomea di "Scomoda Fattoria". Il tormentone della nonna, "Ho visto qualcosa di orribile nella legnaia", è micidiale.
Una ciliegina sulla torta.
Da buon vecchio artigiano, ci mette mestiere ed olio di gomito, e nonostante sia una produzione televisiva, non si può certo affermare che per qualità sfiguri con le più blasonate produzioni cinematografiche. Quando in tarda età si riscopre il gusto di raccontare una piccola storia, senza pretese, magari accanto al fuoco di un caminetto, prendendo in giro "i bei tempi", ma divertendo gli spettatori, allora non c'è nulla di che lagnarsi, bensì tutto da apprezzare con infantile semplicità.
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