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Real Love

Regia di Claire Burger vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Real Love

di obyone
7 stelle

Bouli Lanners, Justine Lacroix, Sarah Henochsberg

Real Love (2018): Bouli Lanners, Justine Lacroix, Sarah Henochsberg

 

Venezia 75. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

In predicato per Cannes, come tutti i film d'oltralpe che abbiano velleità, l'esordio a due mani alla regia di Claire Burger, alla fine, è approdato al molo del Casinò. Incuriosito dagli articoli pre-festival della stampa specializzata mi ero ripromesso di tener d'occhio il titolo. Poi arrivato a Venezia "C'est ça l'amour" è scivolato via come spesso succede alle opere presentate il primo giorno e destinate, dopo una prima breve apparizione, a recuperare a fine festival con un'ultima proiezione. Proprio quest'ultima è stata la mia salvezza e va detto che ho rischiato di perderlo un'altra volta per la lunga ed inattesa coda all'entrata della sala. Il ritorno in programma è stato colto da molti appassionati per mettersi in pari con un film, evidentemente, ben segnalato dal Tam Tam di inizio festival. In effetti Claire Burger ha confezionato un'ottima opera prima che meriterebbe un passaggio nelle nostre sale e non è detto che stavolta un qualche piccolo distributore non accarezzi l'idea.

 

Bouli Lanners

Real Love (2018): Bouli Lanners

Agnès Jaoui

50 primavere (2017): Agnès Jaoui

 

Protagonista del film è Mario Messina, una versione al maschile dell'Aurore interpretata con disinvoltura da Agnès Jaoui nel bel "50 primavere" di Blandine Lenoir. Mario è sulla cinquantina, la moglie l'ha mollato a casa con le figlie adolescenti e si è accasata altrove. Egli però non ha lo spirito battagliero di un "Aurore" semmai il livore funereo di un "crepuscolo". Tramortito dalla separazione, che in cuor suo, reputa, ingenuamente, di breve durata, l'uomo non riesce a metabolizzare l'accaduto e cerca di ricucire lo strappo con la consorte con la stessa pesantezza con cui il suo corpo sovrappeso lo porta in ufficio o al teatro dove la moglie Armelle lavora. Siamo quasi al limite dello stalking quando Mario si iscrive ad un progetto teatrale curato dalla bionda e new age Antonia per poter vedere e magari parlare con Armelle dietro le quinte. Di certo non gli interessa il teatro sperimentale basato sull'improvvisazione, sul contact improvisation e sulla libera espressione di sé. Un genere che cozza ampiamente col grigiore esistenziale di una vita di funzionario statale soverchiato da tanta opprimente burocrazia. Ma per vedere la moglie Mario è disposto a tutto anche a coprirsi di ridicolo davanti al resto degli attori che preferirebbero dargli un calcio in culo e sbatterlo nello studio di uno psicologo e poi, per direttissima, nell'ufficio di un avvocato divorzista. Complice la pazienza di Antonia e la necessità di mandare avanti (un minimo) la vita delle figlie Mario è costretto ad uscire lentamente da quell'apatia che l'ha allontanato dalla moglie ma anche dalle figlie e che forse è la vera causa del naufragio del suo matrimonio. Le figlie di Mario sono due belle tipette, croce e delizia di ogni padre. Molto scafata e fatalista Niki, la più grande, decisamente più ostile nel suo carico di fanciullesche richieste di affetto la piccola Frida. Frida, in particolare, dà molto filo da torcere al padre che non approva, nell'umano tentativo di proteggerla, il suo primo amore e tutte quelle piccole cose insalubri che tanto attirano i teenager come sigarette e droghe. Claire Burger immerge il suo uomo nelle paturnie adolescenziali della scoperta della sessualità (le esperienze di Frida in amore) e come non bastasse lo costringe a riscoprire la propria sfera fisica ed emozionale (il teatro sperimentale, il bacio di Antonia). Un personaggio, dunque, che in qualche modo deve riprendere la propria crescita affettiva interrotta dall'arida quotidianità e dalla monotonia di una vita famigliare e lavorativa che gli si è cucita addosso lentamente e inconsapevolmente. Claire Burger sceglie un tono agrodolce senza mai eccedere in eccessi di sentimentalismo e drammaticità. Una "tisana" rinfresca lo spettacolo con un siparietto comico in cui le difese del protagonista vacillano mettendo in luce una genuinità nascosta e iperprotetta che finalmente fa capolino tra i fondi della tazza lasciando intravedere un futuro diverso.

 

Bouli Lanners, Sarah Henochsberg, Justine Lacroix

Real Love (2018): Bouli Lanners, Sarah Henochsberg, Justine Lacroix

 

Ben girato e arricchito da personaggi a tutto tondo il film della Burger ha ottenuto il premio dei giovani giurati della sezione "Giornate degli autori" sintomo dell'apprezzamento del pubblico nei confronti di un genere cinematografico che richiede garbo e intima capacità di scavare a fondo nella vita dei comuni mortali. Doppio il finale: il primo all'insegna della riconciliazione con il proprio corpo e la propria anima; il secondo all'insegna del ritrovamento di una rapporto genitoriale più maturo e intenso. Entrambi emozionanti e per niente ridondanti anche se il protrarsi del film per una scena ulteriore mi aveva fatto tremare di paura. Brava dunque la Burger che rinuncia al finale fiabesco di Blandine Lenoir ma ci propone qualcosa di più concretamente normale all'interno di una famiglia disfunzionale ma reale. Si esce di sala con il cuore più leggero che mai.

 

Bouli Lanners, Sarah Henochsberg, Justine Lacroix

Real Love (2018): Bouli Lanners, Sarah Henochsberg, Justine Lacroix

 

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