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Harold e Maude

Regia di Hal Ashby vedi scheda film

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La recensione su Harold e Maude

di Peppe Comune
8 stelle

Harold (Bud Cort) è un ragazzo poco più che adolescente che vive in una grande casa immersa nel verde e con tanti domestici a disposizione. La madre (Vivien Pickels) vorrebbe educarlo alle buone maniere dell'alta società e fargli prendere per moglie un buon partito, ma Harold non ne vuole proprio sapere. Lui coltiva una fascinazione per il senso di morte che si manifesta nella messinscena di suicidi sempre diversi, nell'acquisto di un carro funebre utilizzato come mezzo di trasporto e nella presenza fissa a dei funerali di persone sconosciute. E' in questi che incontra spesso Maude (Ruth Gordon) , un' anziana signora vicina agli ottant' anni che si diletta a vivere con gioiosa serenità la sua esistenza. Ha adibito a casa un vagone treno abbandonato, guida auto che prende in consegna all'insaputa dei legittimi proprietari, libera gli animaletti dalle gabbie e dissemina gli alberelli posti sui marciapiedi della città per ricoltivarli in campagna. Harold e Maude avranno modo di conoscersi e di frequentarsi. E finiranno per innamorarsi.

 

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Bud Cort e Ruth Gordon 

 

"Harold e Maude" di Hal Ashby è un film che parla della fierezza di sentirsi diversi e lo fa avvicinandosi alla maniera in cui si è soliti raccontare una favola : parlandoci con soave leggerezza di un amore che non ha confini per arrivare a delineare uno dei più sorprendenti e teneri legami affettivi che si siano mai visti al cinema. Harold e Maude sono persone lontanissime per ceto sociale ed esperienze di vita vissute, il loro rapporto nasce come un amicizia che serve ad entrambi per affrancarsi dalla necessità di sentirsi soli e sboccia in un amore che solo in animi autenticamente anticonformisti può maturare. Quello che si delinea è l'incontro tra un anziana signora che ha vissuto fin troppo intensamente la propria vita (come si evince dai suoi resoconti esistenziali) e un giovane ragazzo che, invece, ha vissuto ancora poco la sua, un incontro che, avendo come teatro originario i funerali di persone che neanche conoscono, non poteva fortificarsi che in ragione di una vicendevole, riconosciuta, diversità. "Sai Harold, secondo me, gran parte delle brutture di questo mondo viene dal fatto che della gente che è diversa permette ad altra gente di considerarla uguale", dice Maude, che è proprio contro questa forzata uguglianza "sociale" che tende ad omologare tutto e tutti alla morale corrente che si ribella con istintiva pervicacia. "Non bisogna essere troppo moralisti, se no si deve rinunciare a troppe cose nella vita. Prima il piacere e poi la moralità, devi applicare questo principio alla vita, solo così riesci a viverla nella sua pienezza", dice sempre Maude rivolgendosi ad Harold. Parole che, se da un lato rappresentono un semplice invito fatto al ragazzo di iniziarsi ai piaceri della vita, dall'altro lato connotano il modo differente di esprimere la comune indole libertaria. Maude è portata naturalmente ad aprirsi alla vita, Harold se ne ritrae per formazione culturale. Maude ritiene che non c'è ostacolo di sorta che possa impedirgli di fare ciò che più la fa stare bene, Harold si limita a mandare in frantumi il perbenismo coatto che regna nella sua casa. L' anziana donna vive in una carrozza del treno adibita a casa dove sembra entrare in un regno delle fate tante sono le cose originali che vi sono custodite, il ragazzo vive in una specie di castello circondato da servizievoli domestici. Maude guarda estasiata un campo di margherite  e ammira rapita un volo di gabbiani, Harold coltiva il gusto macabro di inscenare suicidi che ormai sconvolgono solo gli occasionali ospiti della villa. Maude vive coscientemente per le sue passioni, Harold convive necessarieamente con la sua apatia. Il rapporto è comunque vivifico per entrambi, perchè l' una trova un supporto emotivo necessario per la sua esuberante personalità, l' altro può aprirsi al mondo con rinnovata vitalità. Fino al sorgere naturale del sentimento sincero dell'amore, cementato dal modo affatto ordinario di rapportarsi con le vicende del mondo, quando si rende chiaro a tutti che l'unicità dei rispettivi caratteri non può che generare una coppia di fatto. Il tono che sorregge il film è leggero, il tutto si svolge in un clima di soave candore, come se si stesse raccontando una favola (appunto), si ride anche di gusto di fronte a delle situazioni portate al limite del grottesco. Anche se un evidente alone di tristezza non manca di certo, ricavabile, non solo dalla plumbea atmosfera autunnale, ma anche e soprattutto dall'esistenza alquanto movimentata di Maude la quale, dietro i suoi ottant' anni vissuti con allegra spensieratezza, nasconde più di qualche linea d'ombra (un codice numerico tatuato sul braccio, inquadrato molto fugacemente a dire il vero, lascia intendere che forse ha provato l'esperienza del campo di concentramento). D' altronte, un elemento che induce a riflettere amaro risiede nel fatto stesso che Harold e Maude pagano il prezzo della loro felicità con una condizione di sostaziale marginalità sociale. E' questo un modo tipico di fare cinema da parte di Hal Ashby, quello, cioè, di fare una critica sociale a bassa intensità attraverso la caratterizzazione a tratti "favolistica" di questi personaggi assolutamente sui generis. Sarà sosì anche in "Oltre il giardino" con Chance "giardiniere", un uomo di oltre sessant'anni che si ritrova a conoscere il mondo solo dopo essere uscito dalla villa dove ha sempre lavorato e vissuto e da dove non è mai uscito. Così come in "Questa terra è la mia terra", che racconta nel bel mezzo della "Grande Depressione" le gesta antieroiche di Woody Guthrie, il folk singer (che ispirò non poco un giovane Bob Dylan)  che fece conoscere al mondo della musica il potere dirompente delle parole. "Harold e Maude" mostra un po' gli anni, ma conserva intatto quel fascino tipico del cinema USA anni settanta che, per quanto mi riguarda, rimane inimitabile. Gli attori calzano ottimamente nei ruoli a loro affidati e la colonna sonora di Cat Stevens accresce quella sensazione di garbata ribellione che aleggia lungo tutto il film. Hal Ashby è un autore decisamente da rivalutare.  

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