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La classe operaia va in Paradiso

Regia di Elio Petri vedi scheda film

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La recensione su La classe operaia va in Paradiso

di DucaMinimo
9 stelle

Questa volta Petri posa il suo occhio sulla classe operaia e, come di consueto, distrugge tutto quello che gli si posa davanti. Il film inizia con una potente denuncia sociale: Lulù, interpretato da Volontè, è un operaio succube della fabbrica, lavora a ritmi frenetici in catena di montaggio per portare qualche soldo in più a casa (scene che rimandano al Chaplin di "Tempi moderni"), è praticamente un prolungamento della macchina (a tal proposito è esemplare l'alternanza di primissimi piani tra macchina e operaio). Vive in una condizione di completa alienazione sia all'interno del proprio nucleo familiare (passa il poco tempo libero guardando la televisione, non riesce ad avere un rapporto sessuale), sia in quello lavorativo (è mal visto in quanto il suo stacanovismo lo porta ad essere considerato un aziendalista); non ha vita sociale. Date le premesse ci si aspetterebbe di trovarsi davanti a un film di denuncia, non è così (o quantomeno non solo). Verso metà film infatti, la rotta si inverte: Lulù si infortunia sul lavoro e si avvicina ai sentimenti di intolleranza che covavano nei suoi colleghi; è a questo punto che Petri può sbizzarrirsi a descrivere con lucidità e sincerità le componenti che ruotavano intorno al mondo delle fabbriche: c'erano i sindacati, moderati e cerchiobottisti, c'erano gli studenti, capaci solo di trincerarsi dietro a slogan e totalmente disinteressati circa la sorte di un loro compagno ("conta la classe non l'individuo"), infine ci sono loro, i protagonisti, gli operai, che messi spalle al muro dimostrano la loro vigliaccheria. Un film del genere non poteva piacere alla destra (difendeva i diritti dell'operaio e denunciava gli orrori della catena di montaggio) né tantomeno alla sinistra estrema del tempo (dalla quale piovettero le critiche più aspre). Se la colonna sonora di Morricone è un capolavoro, questa è un'opera in cui è importante il rumore, le strilla, il chiasso vero e proprio, una caratteristica che descrive efficacemente quel tipo di realtà. Petri non aveva in simpatia il genere umano, e io lo amo per questo.

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