Regia di Tommy Lee Wallace vedi scheda film
Ha deluso milioni di fan questo terzo capitolo della celeberrima saga, e tutt’ora viene ripudiato dai più in quanto si tratta di un prodotto completamente estraneo alla stessa (manca Michael Myers e qualsiasi riferimento ad esso o ai personaggi a lui collegati), alla quale attinge solo ed esclusivamente per quel che riguarda il titolo.
L’idea di mettere in atto una variazione così drastica è curiosa: forse gli sceneggiatori hanno capito che in fondo non c’era più nulla da dire su Michael Myers e le sue “scorribande notturne”?
Nonostante il secondo capitolo si sia dimostrato all’altezza del capolavoro di Carpenter, è molto probabile che sia così, e la ripetitività e mediocrità di quasi tutti i capitoli successivi è lì a dimostrarlo.
Ebbene, questo film misconosciuto e sottovalutato merita assolutamente di essere riscoperto e rivalutato.
Il futuro regista di “It” (1990) esordisce con uno degli horror più interessanti degli anni ’80, che ha il rarissimo e sorprendente merito dell’originalità.
La sterzata inaspettata verso la fantascienza è felice e riuscita, e dà luce a quella che non a torto può essere vista come una critica al potere dominante e spiazzante della televisione che all’epoca stava entrando a far parte in modo sempre più sovrastante e irreversibile nella vita domestica delle persone.
Potremmo chiamarlo un “contagio elettronico”, e a conti fatti questo orrore generato da un’oscura cospirazione (la tematica cospiratoria era molto in voga nel periodo) ha molti tratti in comune con il personaggio di Michael Myers: in entrambi i casi si tratta di un male insidioso, quasi invisibile, sicuramente inafferrabile, che penetra nelle singole abitazioni all’insaputa delle future vittime. Il lato oscuro e irrazionale dell’animo umano prima (Michael Myers) e il potere dilagante della televisione poi. Che non siano due facce della stessa medaglia?
Cupo, tetro e agghiacciante, “Halloween III” è un film innegabilmente più politico dei suoi predecessori giacché, oltre al sottotesto prima discusso riguardante la televisione e i suoi effetti, lancia una freccia appuntita contro il capitalismo e lo strapotere delle multinazionali.
Cult movie imprescindibile, si fa portavoce di un orrore reale e tangibile. Non è infatti un caso che alla fine il piano malefico riesca a prevalere e ciò che ci rimane impresso nella memoria sia l’urlo straziante di Tom Atkins, il quale pare rivolto (e metaforicamente lo è) a noi spettatori.
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