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M.A.S.H.

Regia di Robert Altman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su M.A.S.H.

di axe
7 stelle

Anni '50, Corea. I combattimenti infuriano e tra i luoghi destinati ad accogliere i feriti statunitensi c'è un campo medico - dall'acronimo del quale, M.A.S.H., trae origine il titolo del film - nel quale opera personale ormai abituato al contesto, ma insofferente alla disciplina ed alla retorica militare. E' "primus inter pares" il capitano Franklin, detto "Occhio di Falco"; insieme ai suoi compagni inventa modi sempre nuovi per trovare svago e passare il tempo. Robert Altman, ispirato da omonimo romanzo, dirige una commedia d'ambientazione bellica, amara e con venature grottesche, estremamente critica verso la guerra ed il militarismo. Il regista non effettua digressioni su vicende belliche, ne' politiche, legate al conflitto coreano. Non interessa come va la guerra, interessa che ci sia. Le conseguenze sono visibili ogni giorno presso il campo medico, ove sono trasportati soldati, dai corpi devastati, che i medici provano a "rappezzare" con il poco che hanno, senza alcuna garanzia di successo. L'orrore quotidiano è ormai routine per questi personaggi, i quali tanto sono avvezzi ad esso, da affrontarlo apparentemente senza più alcun coinvolgimento emotivo. Ma non senza conseguenze; è forse tutto ciò a spingere il personale del campo medico a vivere all'insegna dell'edonismo e della goliardìa. Il tempo libero dei personaggi del film trascorre tra bevute, scherzi, svaghi, derisioni dell'establishent militare, con la sua pletora di retorica, convenzioni, regole farraginose. Tra i loro obiettivi, un ufficiale e la nuova capo-infermiera, moralisti in pubblico, ma non altrettanto in privato; un collega che sceglie di morire in quanto convinto di essere gay; un generale appassionato di football americano, più interessato allo sport che alla guerra; un colonnello indispettito dal loro "anarchismo". L'aspetto grottesco del film emerge nel contrasto tra quanto mostrato del lavoro dei medici, ogni giorno alle prese con mutilazioni, interventi impossibili, sangue ed interiora, e la leggerezza del racconto dei loro momenti di libertà. Nonostante l'andirivieni di morti e feriti, nel campo medico aleggia un'atmosfera di tranquillità, quasi divertimento; non che le cose vadano diversamente nelle retrovie, una sorta di caotica "terra del bengodi", ove chi è in grado di farlo cerca di trarre il massimo dalle molte occasioni di svago che si presentano. Tanto sono abituati a questa vita, i personaggi, da rimanere estremamente colpiti, quasi delusi, dalla notizia di un loro prossimo rimpatrio. La prospettiva di un ritorno alla normalità della vita civile sembra spaventarli, poichè, evidentemente, non si riconoscono più in essa, essendo ormai abituati al rapporto quotidiano con la morte, connotato naturalmente insito nel concetto di guerra ed esaltato dal militarismo. Ottima prova per Donald Sutherland, nel ruolo di "Occhio di Falco", godereccio ufficiale dalla ricca inventiva. La sua interpretazione in quest'opera mi ha ricordato la sua parte di "hippy ante litteram" avuta nel quasi contemporaneo "I Guerrieri", di Brian G.Hutton. Un altro film che mi è tornato in mente, in virtù dell'indole e della goliardìa dei personaggi, un po' fine a sè stessa ed unica "via di fuga" è "Amici Miei" di Monicelli. Infine, impossibile non pensare anche al, anch'esso coevo, "Comma 22", altra commedia grottesca, con la quale "Mash" condivide la critica antimilitarista; erano, non a caso, gli anni del sanguinoso conflitto del Vietnam, ed un certo cinema, mediante queste opere, prendeva una posizione netta contro il coinvolgimento e le sue conseguenze, denunciando gli orrori e l'assurdità della guerra mediante la farsa. Il film, caratterizzato da una narrazione briosa, è in grado di catturare l'attenzione dello spettatore e divertirlo con le trovate di "Occhio di Falco" e dei suoi compagni; ma lo spinge, contemporaneamente, alla riflessione, sul bellicismo e le sue conseguenze.

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