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5 è il numero perfetto

Regia di Igort vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 5 è il numero perfetto

di axe
7 stelle

Peppino Lo Cicero è un anziano killer della criminalità organizzata partenopea. Benchè ormai a riposo, non rinunzia al suo passato. Ancora rispettato e temuto per il suo ruolo, sostiene l'ascesa criminale del figlio, che però non avverrà mai, perchè il giovane viene ucciso dopo essere stato attirato in una trappola. Con l'aiuto del vecchio compagno Totò e quello, meno spontaneo, di Rita, una donna che lo vorrebbe lontano dai guai, Peppino torna ad impugnare le armi per fare vendetta. Scatena una guerra tra bande, che si conclude con un notevole spargimento di sangue, e la fuga verso l'immaginario stato del Parador; ma una domanda rimane in sospeso. Chi ha commissionato l'omicidio del ragazzo ? Un discreto film noir, ambientato in una Napoli di inizio anni '70, riconoscibile per poche panoramiche della città, il dialetto parlato dai personaggi e l'onnipresenza di caffè e strumenti per la sua preparazione, tratto da fumetto, del quale ignoravo l'esistenza. La trama è molto semplice, racconta una vicenda di vendetta, priva di particolari colpi di scena fino a conclusione. Ho trovato due pregi nell'opera; il primo è l'ottima caratterizzazione del protagonista. Peppino Lo Cicero, sebbene sia stato un killer spietato, senza alcuna remora nell'uccidere, si trova nella condizione di "saltare il fosso". Affezionato al ricordo della moglie deceduta, ed al figlio, non riesce a comprendere i motivi dell'assassinio di quest'ultimo, realizzato con modalità che il suo "codice d'onore" di anziano criminale non ammette; la sua prima reazione allo spargimento di sangue, è una vendetta, che coinvolge tutti coloro in qualche modo coinvolti nell'evento; alla fine del suo percorso riesce a mettere le mani sull'assassino, ma sceglie di non ucciderlo, comprendendo - anche grazie all'influenza di Rita, la quale, pur in grado di maneggiare un'arma, non perde occasione per rimproverargli una condotta di vita pericolosa ed amorale - la futilità di tale azione. Ne viene ripagato con ulteriore violenza, dalla quale sceglie di fuggire insieme alla donna. Nel suo esilio dorato, può riposare e riflettere sugli eventi. Altro aspetto positivo, è la scenografia. La Napoli del film è rappresentata in esterno per lo più tramite vicoli, cortili, portici; in interno, da appartamenti sommariamente arredati. Tutti gli ambienti sono desolati; sulla scena sono presenti esclusivamente i personaggi interessati dagli eventi. Molte sequenze mostrano nebbia, buio, pioggia. Ciò contribuisce alla resa di un'atmosfera surreale, che manda il ricordo ai due film "Sin City". Buono il livello della recitazione, tutti gli attori mi sono sembrati ben calati nel ruolo, per primo Toni Servillo, nei panni del Peppino, personaggio tragico, dalla volontà sempre incerta, ormai stanco della tanta violenza fatta e subita, e dell'essere considerato un semplice "gregario". ; anche Carlo Buccirosso e Valeria Golino se la cavano bene. La visione non mi ha entusiasmato, la banalità della trama non può essere compensata da un paio di colpi di scena a fine racconto. Ma mi sento di dare una valutazione positiva, sia per la qualità delle interpretazioni, sia per le scenografie, sia per il coraggio mostrato nel voler creare - seppur previa ispirazione - un qualcosa di diverso e particolare nel'ambito del cinema italiano.

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