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Lontano lontano

Regia di Gianni Di Gregorio vedi scheda film

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La recensione su Lontano lontano

di Furetto60
7 stelle

Ottimo lavoro cinematografico di Gianni Di Gregorio,regista e interprete.Da segnalare l'ultima strepitosa prova, del compianto Fantastichini

Tre uomini sui 70 anni nella periferia di Roma al tempo di oggi. Un  Professore che insegnava latino e greco, uomo garbato e mite come l’attore che lo interpreta ,alias Gianni de Gregorio, oramai è in pensione e si annoia, Giorgetto, romano autentico, fatica a sbarcare il lunario e poi Attilio uno stravagante robivecchi, cui presta il volto il mai compianto abbastanza Ennio Fantastichini, uomo immaturo, nonostante l’età, ma di gran cuore.Tutti e tre coltivano un sogno comune, un futuro all'estero, in un non meglio identificato Eden dove, nel sentito dire comune, il potere d'acquisto delle pensioni italiane è tale da permettere una vita decorosa,il loro desiderio più che di fuga, è di una maggiore tranquillità economica, da lì la voglia di seguire le orme di tanti connazionali che scelgono di lasciare l’Italia dopo aver concluso il ciclo lavorativo. Gianni Di Gregorio torna con successo per la quarta volta dietro la macchina da presa, per raccontare ancora di terza età, affrontando un tema che è oggi particolarmente sentito nel nostro paese. La visuale di Gianni Di Gregorio è la migliore per poter narrare, la vera città capitolina, fatta di bar, negozietti, mercati, incontri. I tre eroi alla ricerca di notizie utili per perseguire il loro obbiettivo, cominciano a vagabondare nell'esplorazione di una Roma periferica, a misura d'uomo, vivono il quartiere, camminano a piedi, se ne vanno in giro con le buste della spesa, comprano i Gratta e vinci dal tabaccaio sotto casa nella speranza di guadagnare il denaro per pagare i debiti, se ne stanno seduti al sole al tavolino di un bar. La Roma più popolare e più autentica quella “trasteverina” diventa la quarta protagonista del film, il contesto in cui si sviluppano, le iniziative, ben poche e le incertezze, tante di Gianni, Giorgetto e Attilio. L’idea originaria si fa sempre meno convinta, a mano a mano che il loro viaggio di scoperta procede e la Città eterna, col suo calore e la sua vitalità li avvolge protettivamente, mentre nuotano in quel microcosmo, che velleitariamente provano ad abbandonare per un Eldorado defiscalizzato Il cinema, dal tratto intimo e umanista di Di Gregorio è fatto di piccoli dettagli, battute delicate, simpatici scambi verbali. In questo film, come in quelli precedenti, il regista adotta un registro narrativo dialetticamente e visivamente semplice, ma questa naturalezza espressiva non è frutto di un lavoro casuale, bensì di una ricerca meticolosa e attenta. È una commedia di caratteri, dalla scrittura raffinata ed elegante, una pellicola delicata e aggraziata, una piacevole e pacata riflessione sul quotidiano e sulla realtà. Il suo modo di fare cinema, minimalista ma non minimo, è spontaneo, sembra generarsi da solo, frutto di incontri fortuiti e dell'osservazione del quotidiano, ma capace di scaldare il cuore. Con questa chicca cinematografica, Di Gregorio rimane fedele a sé stesso, capace di narrare piccole grandi storie, come nelle precedenti pellicole, con dolcezza e poesia. Da citare il delizioso cameo di Roberto Herlitzka, che dispensa perle di saggezza ai viaggiatori in erba

 

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