Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Un film che definire ricattatorio è poco, Virzì è il più furbastro tra i registi italiani di una ruffianeria quasi irritante. Povero il suo ovosodo un personaggio a cui non puoi non volere bene, buono e benevolo con una serie infinita di sfighe tali che qualcuna, nel mucchio, assomiglia proprio alla nostra; per esempio chi nella vita non si è mai innamorato di una stronza o non aveva un amico che poi non era tale oppure scegliete una delle sfighe qualunque presenti nel film. E poi alla fine da buon Veltroniano perdona tutti, l'amico non è stronzo è fatto così, la tipa non era una altoborghese troia ma aveva una crisi di identità e chi più ne ha più ne metta. E Virzi continuera così, farà un cinema soporifero, con un poco di politica perchè deve far credere di essere impegnato ma non prenderà nessuna posizione perchè non vuole mica perdere i soldi di una parte del pubblico. C'è più dignità in una delle pecoreccie commedie di Vanzina.
Il mestiere di Virzì, non poteva fare il geometra, l'avvocato, l'assicuratore...
Ah, ah, ah, ah...
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