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Regia di Leonardo Guerra Seràgnoli vedi scheda film

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La recensione su LikeMeBack

di Oss
5 stelle

Mah. Una scopata e via. Così scriverei se dovessi riassumerlo in una frase. Sesso droga e rock'n'roll ai tempi di instagram. Così scriverei come sottotitolo.
Articolare un discorso è più difficile. Non sono un profondo conoscitore dei comportamenti giovanili, ma il film mi ha dato l'idea di una totale inconsistenza non solo delle tre protagoniste ma anche di chi ha scritto la storia.
Tre coetanee in vacanza dopo gli esami di maturità su una barca in Croazia con annesso skipper prendono il sole (le due con le zizze senza costume, la terza senza le zizze sempre in costume, peraltro ridicolo), ballano, parlano del nulla come delle oche patentate, si abbracciano come oche inseparabili, di un'amicizia effimera e vuota, fanno le linguacce a beneficio degli immancabili follower del pervasivo social media, mai nominato. Poi le cose degenerano per riprendersi subito. Tale stato delle cose in cui affoga la storia alla lunga stanca lo spettatore pur non essendo il film molto lungo. Un leggero sussulto per il po' di zizze culo e figa che in qualche scena si intravede. 

In verità la noia che prende lo spettatore ha anche un motivo: la vacuità di una vita vissuta sempre con il cellulare in mano, per la la smania, o meglio l'ossessione di pubblicare con uno scatto tutto ciò che si sta facendo, alla ricerca spasmodica dei tanto agognati like con cui si afferma la propria (mancanza di) personalità, che passa attraverso l'approvazione altrui, fatta di non-personalità altrettanto vuote. Cancellando ogni differenza tra i momenti di vita quotidiana, anche e soprattutto quella tra momenti conviviali e momenti intimi. Una droga che corrompe, o meglio, priva di valori più profondi l'amicizia tra le tre ragazze. Se però a questo tema ossessivo (togliendo il cellulare a tutte e tre le ragazze oche, viziate, sciocche e instragram-dipendenti rimarrebbero comunque tre ragazze oche, viziate e sciocche, i cui dialoghi vuoti e superficiali non si spiegano del tutto con la leggerezza che caratterizza l'adolescenza), il cui svolgimento mi ha procurato col passare di minuti la stessa nausea che una dele ragazze aveva per il mal di mare, se ne voleva aggiungere qualcun altro, allora nel film non ho trovato contenuti notevoli.
Si voleva parlare di cyberbullismo, come i titoli di coda lasciano intendere? E allora dieci volte meglio AQuadro. Peraltro nel film non c'è traccia di cyberbullismo. Si voleva parlare dell'elaborazione del lutto/dolore provocato da un'azione che ha provocato del male a una persona vicina? E allora dieci volte meglio Un momento di follia. Peraltro nel film l'elaborazione del dolore è velocissima, le cose sono presto accettate e superate fino all'inquadratura finale che suggerisce l'inevitabile ritorno al preesistente stato delle cose.

La caratterizzazione delle protagoniste non mi ha convinto. Due ragazze oche e la terza che sembra (sembra) un po' meno oca e un po' più studiosa che si dispera (poco) per avere perso il cellulare necessario al suo studio (roftl). Le amiche le vengono in soccorso, con qualche battuta schizzinosa di cui non si capisce il senso, prestandole a turno il loro (rotfl) per continuare a interagire con i suoi account social (cosa a mio avviso molto, molto, molto poco credibile). La caduta in mare del cellulare è peraltro un espediente di cui non c'era alcuna necessità, se non nella scena finale (dove sarebbe bastata una più semplice dimenticanza sotto il cuscino o nel gabinetto di bordo). La rivendicazione di essere "l'unica che ha voluto vivere liberamente queste vacanze", come se la stupidità venisse sempre e soltanto dal cellulare, non mi ha convinto per nulla.

Il tema delle droga è solo accennato, così come quello del sesso parlato e fatto o non fatto (in maniera peraltro poco originale, vedasi la troia vergine e la secchiona maiala). Basta, termino qui altrimenti divento volgare (già fatto?). Il film non mi ha lasciato altro.

 

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