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Hotel by the River

Regia di Sang-soo Hong vedi scheda film

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La recensione su Hotel by the River

di alan smithee
7 stelle

CINEMA OLTRECONFINE
L'agonia cosciente e serenamente accettata di un anziano poeta si consuma in una stanza di un hotel situato sulle sponde di un fiume che la stagione invernale ha reso candido e magico dalla neve accumulatasi tutto attorno.
I due figli dell'anziano artista si recano in loco a trovarlo, un po' scettici della sistemazione che l'uomo ha trovato, e nascondono ognuno i dettagli di propri fallimenti privati che li hanno resi egoisti ed insensibili tanto da considerare inconcepibile la serafica distensione dell'anziano e malato genitore.
Nel medesimo, suggestivo e come fuori dal tempo hotel soggiornano anche due amiche, che qui si rincontrano per raccontarsi vicendevolmente ognuna il proprio cruccio amoroso, il proprio fallimento sentimentale.

Se da una parte si assiste alla freddezza di due figli meschini nel rapportarsi con il genitore seriamente malato, dall'altro si può notare un sentimento antitetico che rende le donne come due esseri in simbiosi, in cui il contatto dei corpi avvinti nello stesso letto che ne protegge contro la rigidità della temperatura invernale esterna, finisce per creare come un unica armonia in grado di farsi forza sulle reciproche problematiche, per dar vita ad un unico essere più consapevole e sicuro delle proprie potenzialità.
La disarmonia inconciliabile e l'armonia che unisce e rende invincibili di fronte a quelle stesse incognite che comunque la vita pone dinanzi ad ogni essere vivente.

Quasi come addentro ad un limbo innevato che anticipa un futuro eterno che resta una incognita superiore, il grande regista sudcoreano, minimalista ed anti-spettacolare per antonomasia, oltre che prolifico Hong Sang-soo si confronta con l'attesa della fine, o della svolta definitiva, quando il bivio della vita fa scorgere una via che potrebbe costituire l'indirizzo decisivo verso cui tendere. 
Il bianco e nero spesso accecante rende al meglio il contesto di un paesaggio ideale - pur se di per se stesso quasi teorico - per definire una purificazione che, come attraverso un abbaglio accecante ma irresistibile, prepari ad un'altra dimensione, o semplicemente ad una nuova e più maturata consapevolezza di vita. Quella che sappia finalmente lasciarsi dietro le convenzioni sociali che spesso non fanno che bloccare le migliori intuizioni e le più ispirate indoli, castrando tutto ciò che di buono l'essere umano potrebbe permettersi di esprimere nella più libera e pura consapevolezza di se stessi.
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