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Happy Together

Regia di Wong Kar-wai vedi scheda film

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La recensione su Happy Together

di kotrab
8 stelle

Icona della passione omoerotica premiata per la miglior regia a Cannes 1997, Happy Together ha un titolo che allo stesso tempo contrasta e risalta la verità (limitata) di fondo instaurata in questa coppia di amanti, verità che consiste in un rapporto tormentato, sofferente, contrastante a causa dell'orgoglio, della gelosia, del tradimento, dell'egoismo che però non può fare a meno di amare anche un'entità esterna verso e tramite la quale scorre un dinamismo, una polarizzazione, un rinnovamento del sangue (per usare termini cari a David Herbert Lawrence, seppur in ambito eterosessuale) e che diventa quindi interna, interiorizzata, parte di un circuito di forze. D'altra parte questa verità che al primo impatto è travagliata, scopre nel ricordo e nella solitudine, una volta che avvengano una rottura, un corto circuito leggero o devastante e definitivo, che nonostante tutto c'è stata anche felicità, ci sono stati necessariamente momenti di totale abbandono, di amore, di tenerezza, di sacrificio per l'altro (e guarda caso si dice esplicitamente che il periodo più bello è stato quando Lai Yiu-Fai ha dovuto assistere Ho Po-Wing ferito, quindi costretti a dover stare insieme, lontani da altre tentazioni, almeno per quanto riguarda Po-Wing).
C'è chi ha criticato, come lato negativo del film, la sua struttura ripetitiva e poco melò, ma a mio modesto parere la prima è dovuta alla stessa natura altalenante del rapporto, ciclico e frammentario, continuamente desideroso di ricominciare; il secondo aspetto è invece una introiezione della passione, che a volte scoppia a parole, ma più spesso si nutre di urla del cuore, di silenzi, di pensieri udibili dall'orecchio interiore, oppure da singulti di pianto impressi sulla pellicola di un mangianastri, tenue vibrazioni in correlazione con i cambiamenti di velocità dell'immagine, ralenti e accelerazioni mai però troppo esasperati, elementi che contrastano, insieme alla cupezza e alla freddezza della fotografia di Christopher Doyle (la quale risalta momenti di grande poesia che si imprimono nella memoria, vedi il ballo in cucina), con il calore del sangue e della carne, similmente alla doppia accezione del titolo, e che legano con i ritmi fortemente accentuati e sincopati della musica. 
Wong Kar-Wai però, attenzione, ha fatto un film sia sul difficile rapporto tra uomini sia su sentimenti universali, che smuovono comportamenti e sensazioni alla base di ogni relazione amorosa. 8

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