Regia di Barry Sonnenfeld vedi scheda film
I primi antesignani Men in Black furono i Blues Brothers ("è notte, abbiamo un vestito nero e gli occhiali scuri..."), ma qui è tutta un'altra storia, anche se il film potrebbe sembrare essere scritto da John Landis (invece il regista è Barry Sonnenfeld, fresco fresco del successo di Get shorty).
Qui stiamo parlando dei custodi di segreti mortiferi che si tengono nascosti per evitare che il mondo si annienti o anche più semplicemente che la società, come noi la conosciamo, crolli.
Rivisto a distanza di anni, con quell'ancora giovane (e magro) Will Smith, quel vecchio gigione con la sua faccia incartapecorita di Tommy Lee jones, e le Torri Gemelle ancora arditamente erette, fa ancora più simpatia!
Un'oretta di sano divertimento a immaginare extraterrestri innamorati della Terra e ormai saldamente stabiliticisi, col dubbio di indovinare quale di loro si sia travestito in quello che noi riconosciamo come una Popstar (da Michael Jackson a Sylvester Stallone) oppure abbia preso possesso di un'intera categoria lavorativa, come i taxisti di New York. E poi tutti gli strani ammennicoli e arma proprie e improprie di cui il corpo dei MIB dispone...
Ma il personaggio che mi è sempre piaciuto di più è l'alieno interpretato da Vincent D'Onofrio, quello vestito con un "Edgar-abito", che vuole vendicare tutti gli scarafaggi calpestati dagli umani, e che immagino faccia una gran fatica recitativa non tanto verbale quanto fisica.
E adesso attenzione: guardate qui sotto e vi dimenticherete di tutto...
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