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Au hasard Balthazar

Regia di Robert Bresson vedi scheda film

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Axeroth

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La recensione su Au hasard Balthazar

di Axeroth
10 stelle

Au Hazard Balthazar è il film manifesto della sofferenza animale nel mondo, contemplando in questa categoria anche l’uomo, che di fatto, animale è. I quesiti che alla fine della pellicola ci si pone sono: chi è umano, l’uomo? O l’animale? Diciamo che l’uomo talvolta, o addirittura sovente si comporta più da animale che da uomo, e che l’animale è sovente più uomo che animale. Gli animali amano, vivono di affetto e seguendo l’istinto, senza “pensieri” vivono tranquilli ed in armonia, sia fra esemplari della stessa specie che di specie diverse. Baltahazar è il protagonista dell’opera, ed è l’essere più inerme che c’è. L’ambiente è circondato da esseri immondi, crudeli, infami, effimeri, egoisti, malevoli, sovversivi, codardi, vigliacchi, calluniatori, osceni, maliziosi, con un cuore di pietra circondato dal ghiaccio e desolazione.

Il meraviglioso Balthazar nasce, cresce e invecchia mostrando come l’uomo negli anni non cambia, come le generazioni e visi diversi continuano a commettere gli stessi errori, le stesse cattiverie, senza mai prendere coscienza. Un asino, simbolo (non si sa perché) di idiozia, stupidità, e testardaggine, si ritrova a far parte di un sistema che non gli appartiene dove lui però ne esce come il più idoneo e normale. Non parla, ma raglia. Nel ragliare esprime tutta la sua disapprovazione e sofferenza nei confronti di ciò che subisce. Viene umiliato, viene picchiato, usato, sia come merce che come vittima di giochi perversi e violenti.

La condizione umana è inesorabilmente negativa, perché se non siamo capaci di fare del bene a noi stessi, non saremo in grado di fare del bene neanche al prossimo. L’animale senza ragione, ma solo con l’amore, non è in grado di scegliere se odiare o non odiare qualcosa, ma è solo capace di fare del bene.

Io mi domando quanti durante la visione di questa pellicola si sono commossi o comunque hanno riflettuto. Ma è anche vero che pochi al mondo realmente si rendano conto di quanto questa pellicola rappresenti, manco Bresson credo se ne sia reso conto. L’uomo mangia carne, uccide animali ogni giorno, a migliaia, sfrutta gli animali, come esseri più deboli, non li tutela, ma li comanda. Così l’uomo fa anche con i propri simili, apprezza pellicole del genere ma poi agisce esattamente come quei personaggi che vuole riconoscere diversi da lui ma che invece sono esattamente come lui. E’ sicuramente un’opera importante perché fa brillare nel cuore quella scintilla, l’anima, che cerca di emergere, che cerca di prendere il sopravvento sulla ragione, dove ciò che è giusto va al di là del bene e del male, in quanto legge universale.

Marie, parallelamente a Balthazar è la luce nello spiraglio di una stanza piena d’ombra, quella stanza è la società umana. Lei è la speranza in fondo al vaso di Pandora, lei è la colomba bianca, è l’unicorno alato, è la vergine del cosmo, quella umile e docile foglie che con un soffio rischia di cadere da un ramo in autunno.

La tristezza ed il dolore in questo film sono universali e infiniti, senza scopo né fine, ci sono e basta, come parte integrante del mondo, come parte integrante di un ciclo cosmico.

Il pessimismo cristiano di Bresson filtra, attraverso gli occhi dolorosi dell’animale protagonista, il male del mondo senza far trasparire alcuna immagine totalmente positiva, ma solo piccole fiammelle che si stanno spegnere e poi si spengono, come la stessa Marie.  In  bilico tra Essere e Trascendenza, in un incerto decidersi se accettare la realtà o rifuggirla.

Il giudizio degli occhi degli animali nella scena dello zoo, e le loro espressioni sono eloquenti, l’Uomo è un animale chiuso in gabbia, nella gabbia della sofferenza creata da un suo simile. Siamo tutti vittime del medesimo gioco malato.

Il finale è qualcosa di indescrivibilmente immenso. Un asino, come essere di più basso livello gerarchico, in mezzo ad un branco di pecore, (l’umanità), si lascia morire, sfiancato, vecchio, ferito e afflitto, lasciando che il mondo continui a distruggersi, lasciandosi mangiare, come una pecora, da un branco di lupi famelici.

L'asino allora, diventa più che umano nel ricollegarsi, col suo comportamento, alle fonti stesse di una misteriosa etica che tiene in piedi il mondo.

Cosa cambierei

L'etica della società umana. FA SCHIFO.

Su Anne Wiazemsky

Ottimo debutto, in seguito saprà dare altre grandi performance, su tutte in "Porcile" di Pasolini.

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