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Porzûs

Regia di Renzo Martinelli vedi scheda film

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La recensione su Porzûs

di braddock
8 stelle

Onestamente proprio non vedo dove stia lo scandalo se alcuni degli attori hanno un accento un po' marcato, cosa che accade in praticamente tutti i film e le fiction italiane. Inoltre, qui la recitazione è infinitamente migliore alla media che si nota nei film conazionali, mi ha sorpreso soprattutto Gianni Cavina che avevo visto in film molto più leggeri e invece questa volta offre un' interpretazione veramente magistrale. La scena un po' casareccia, l' unica nella durata complessiva del film, marcata nella recensione del sito durerà meno di un secondo e mi stupisce quindi che venga così evidenziata. Fortunatamente la critica non è schierata all' unanimità contro questo film, vedi per esempio il Farinotti. A mio parere è un lavoro tutt' altro che mediocre, molto intenso, duro e ben realizzato riuscendo a coinvolgere lo spettattore dall' inizio alla fine senza mai alcun calo di tensione. Le interpretazioni sono da lode, oltre a Cavina, Gastone Moschin nel ruolo del vecchio Geko e Gabriele Ferzetti nel ruolo del vecchio Storno sono ottimi e attribuiscono una forte intensità alle loro scene di dialogo. Indipendentemente da certe critiche, per lo più prevenute, Martinelli rimane uno dei pochi registi italiani a trattare storie di notevole spessore, spesso basate su fatti storici a cui si concede ben poca memoria, come appunto questo o la tragedia del Vajont. La storia si svolge nel Friuli, dove la brigata partigiana Osoppo, di ispirazione prevalentemente cattolica, e i gap, partigiani di ideologia comunista, combattono contro il regime nazifascista. I secondi, mentre cercano di unirsi alle truppe slovene, subiscono un' imoboscata della quale Radio Londra accusa una giovane donna di aver fatto da spia, lei però si dichiara innocente. Ricercata dagli uomini di Geko che la vogliono morta, questa viene scortata in un piccolo avamposto degli Osoppo. I membri del gruppo si dividono tra chi è per ucciderla e chi invece crede nella sua innocenza in quanto non vi sono prove sufficienti. Il capitano, il monarchico Galvani, propende per la seconda soluzione, la donna viene così tenuta nascosta nella base. Quando Geko scopre la cosa, accusa gli Osoppo di tradimento e di essere in accordo coi fascisti. Assieme ai suoi uomini, non tutti d' accordo, decidono di organizzare una spedizione punitiva contro il capitano Galvani e i suoi seguaci. L' unico che riesce a sopravvivere al massacro è un certo Storno, interpretato dal giovane Lorenzo Flhaerty di R.I.S. Il film comincia infatti nel 1980 col vecchio Storno che, a Krapina in Jugoslavia, va a trovare il vecchio Geko con intenzioni incerte... Film realizzato con cura e veramente appassionante, con dialoghi profondi e una caratterizzazione dei personaggi ben studiata. Il punto più emozionante, è stato quando Spaccaossi, la parte di Gianni Cavina, compagnio di Geko, si ribella al suo capo decidendo di farsi uccidere assieme ai partigiani dentro la fossa. In tutta la durata però, il livello di tensione risulta elevatissimo con una drammaticità intensa specialmente nell' epilogo finale, poi se ci si vuole fermare a giudicare il film basandosi sui 2 secondi del soffitto che si sgretola o della trasformazione di Geko da Lorenzo Crispi a Gastone Moschin, allora si fa prima ad ammettere che il giudizio negativo è dovuto al nome che il regista porta. Certo con un budget di maggior elevatura poteva risultare più spettacolare, non sarebbe stato un bene però visto che il film segue uno stile realistico e non da blockbuster, e certi momenti potevano magari essere evitati o sviluppati diversamente, ma nel colpesso il risultato è più che positivo anche se,naturalmente, si posiziona all' apice del drammatico. Questo e VAJONT non sono per niente delle pellicole mediocri e meriterebbero una visibilità maggiore

Su Renzo Martinelli

Non male

Su Lorenzo Crespi

Bravo

Su Gianni Cavina

Ottima. Gli altri memri del cast, chi più chi meno, risultano anche loro tutti convincenti

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