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Anna

Regia di Luc Besson vedi scheda film

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La recensione su Anna

di Souther78
4 stelle

Tanti anacronismi come questi non si sono mai visti tutti assieme in un film. Decisamente inaccettabili in un film che aspiri ad una qualche dignità, pur nel genere action. Computer di 10-15 anni successivi, Internet ante litteram, porte (e chiavi) USB ante litteram, telefoni di là da venire, e automobili del 2019... nel 1990!

Il film viaggia spedito, su binari ben collaudati: in fondo non è altro se non una divagazione sul tema "Nikita". Peccato che gli anacronismi presenti fin dall'inizio facciano domandare chi sia alla sceneggiatura/regia: forse un "millennial"? Eppure Luc Besson i suoi annetti li ha, quindi... com'è possibile che nel 1987 la protagonista usi un notebook degli anni 2000, per collegarsi a un'Internet che non esisteva neppure, e tra l'altro palesemente in modalità wifi? Oltretutto da una condizione di estrema povertà quale quella in cui versava. Com'è possibile che, in quell'anno e nel 1990, usino telefoni cellulari del tipo sviluppato almeno 5-7 anni dopo? Perfino il computer portatile del capo del KGB non è minimamente paragonabile a quelli realmente esistenti nel 1990, che non avevano nemmeno lo schermo a colori... figurarsi le porte USB, presentate per la prima volta soltanto nel 1996, e diffusesi ben dopo. Ciò senza contare le telecamere di sorveglianza, che all'epoca registravano su vhs (analogico) e non certo su hard disk. E senza contare nemmeno la presunta (e fantascientifica) tecnologia di copia dell'hard disk: poggiata la valigetta su un mobile, un dispositivo avrebbe dovuto copiare l'hard disk del notebook al suo interno. E con quale tecnologia, esattamente? Forse che gli hard disk sono come le carte di credito contactless? Non ci risulta proprio. Dulcis in fundo, l'auto (Mercedes) che impatta quella dell'agente cia scoperta nelle primissime immagini è del 2019.

Perla italica: la ripresa nella galleria milanese mostra la "prossima apertura ristorante Cracco"... che nel 1990 aveva 25 anni, quindi ben 11 anni prima della prima apertura del suo primo ristorante (che ovviamente non era in galleria)...

Insomma, si può affermare che il film sia stato girato con metodo dilettantesco, mentre i virtuosismi negli spostamenti temporali finiscono per infastidire, rendendo l'opera una specie di altalena od ottovolante, in cui il giochino dello "stupire" lo spettatore cede quasi immediatamente il passo al fastidio per la pretenziosità e la pretestuosità degli sviluppi, tra l'altro palesemente assurdi. Basti pensare alla scena del primo incontro tra la protagonista e il suo primo obiettivo, con lei che allontana la partner, mandandola a prendere da bere.... E poi? Un'operazione che dovrebbe durare 30 secondi fa invece definitivamente uscire di scena la comprimaria...

 

Bilancio finale: bella fotografia, ritmo serrato, trama troppo inverosimile, forzata e palesemente pilotata. Peccato, perchè con piccoli accorgimenti il film, pur non avendo niente di eccezionalmente nuovo da dire, avrebbe potuto distinguersi dalla massa, grazie ad attori, fotografia e anche regia, visto che Besson, quando ci si mette, sa regalare inquadrature e suggestioni non proprio effimere.

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