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Cyrano, mon amour

Regia di Alexis Michalik vedi scheda film

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La recensione su Cyrano, mon amour

di articolotre
9 stelle

Un brillante e ridente film di teatro nel cinema, vivace lieto e romantico.

Edmond Rostand è un poeta e autore teatrale di modesto successo che un giorno si trova a suggerire allo sbrigativo amico Volny le dolci e rimate parole da rivolgere alla bella Jeanne, affacciata al balcone sotto il quale sta celato. Il poeta si azzarda poi a promettere a un importante regista il testo di una nuova commedia: il "Cyrano di Bergerac" di cui non ha ancora scritto una sola riga. A salvarlo sarà la fitta corrispondenza che intrattiene a nome di Volny con la di lui innamorata, trasferita per un breve periodo in una città vicina. Decine e decine di lettere d'amore, con due andate e ritorno del corriere ogni giorno, vanno infatti a formare il romantico corpo centrale del copione, al quale poi aggiungere via via lo sviluppo delle vicende dei numerosi altri personaggi previsti nella commedia.

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il mondo del teatro dapprima solo accostato diventa poi l'habitat nel quale film penetra e si addentra fino a fondervisi pienamente. Sul palco uno svolgimento sempre vivace e brillante progredisce fra equivoci e scambi di persona, ogni genere di ostacoli e di colpi di fortuna, i capricci della grande diva e quelli del primo attore che vuole a tutti i costi un bel duello, l'attore secondario demotivato e quello francamente negato che non ne imbrocca una giusta. Intanto fuori dal palco è una girandola di invidiose ostilità e insperati appoggi, il via vai delle lettere e le gelosie della moglie di Rostand, gli ambigui finanziatori della messa in scena e il loro locale "Alle belle gallinelle" che non è né una polleria né un ristorante.

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Il tutto è guidato da una sceneggiatura attenta e puntuale, con un ritmo giovane, veloce il giusto e sempre accompagnato da una risata facile e da una fresca ironia. Bella la fotografia sovrabbondanti i colori adeguate le musiche fra cui un Bolero di Ravel, una volta tanto collocato al posto giusto, che con il suo lento e potente crescendo accompagna il parallelo montare dell'azione scenica.

Non mancano espliciti omaggi formali all'arte teatrale: la protagonista femminile della commedia figura essere Sarah Bernhardt, uno sconosciuto al quale Rostand chiede chi sia gli risponde "Cechov" (che nella realtà si trovava effettivamente a Parigi nel 1897). Ma quel che più mi ha colpito è la disinvolta e coraggiosa scena del decisivo disvelamento. Inizialmente, come tutte le altre, viene ripresa sul palco, poi il potere del mezzo cinematografico riesce in un sorprendente continuum a farla diventare un esterno a cielo aperto in un chiostro, per riportarla infine sul palco per i primi piani della sua debita conclusione.

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Considerato il mio innamoramento per il teatro fateci pure la tara: per me sono quattro stelle e mezza.

 

 

 

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