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It: Capitolo 2

Regia di Andres Muschietti vedi scheda film

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La recensione su It: Capitolo 2

di Furetto60
4 stelle

Pessimo secondo capitolo del remake It ,ispirato al romanzo di Stephen King.

Tanto per rinfrescarci la memoria facciamo un breve “excursus” sul precedente. Nella cittadina immaginaria di Derry, alcuni bambini scompaiono, altri sono barbaramente uccisi, a causa di un mostro dalle tante facce, la più inquietante è quella di un clown dal ghigno satanico. Alcuni adolescenti superstiti, sette coetanei di circa dodici anni, si alleano per cercare di fermare la sua furia omicida, lo chiamano IT, perché non ha un’identità precisa e una forma, e continua a mietere vittime. Questa entità malefica prende le sembianze delle paure più remote delle sue prede. Il film narra la loro storia, la loro amicizia, le innumerevoli disavventure in cui incorrono, sono bambini emarginati e disadattati, che si autodefiniscono il Club dei “perdenti”, devono fare squadra, per combattere questo pericoloso essere demoniaco, che emerge dal sottosuolo periodicamente dalla notte dei tempi, per portare dolore e morte. Tuttavia il gruppo nella torrida estate che si avvicina, è molto affiatato e malgrado incidenti di varia natura, riesce a tenere a bada a questa entità malefica e a fermare la misteriosa scia di omicidi, iniziata durante una giornata di pioggia, quando il piccolo, Georgie, fratello minore di Bill uno dei protagonisti, nel tentativo di recuperare la sua barchetta di carta, è risucchiato all’interno di un tombino, finendo dritto tra le braccia assassine del Clown. Ognuno di loro, peraltro oltre a vivere una condizione di disagio sociale e familiare, è anche vittima di un branco di bulli del posto. It esce dal suo stato di "letargo" ogni ventisette anni, per nutrirsi dei più vulnerabili della cittadina, in altre parole i bambini. Alla fine dell’uno capitolo i ragazzini riescono a fermare It, ma non a distruggerlo definitivamente, cosi si congedano, facendo  una solenne promessa, quando e se fosse ricomparso, si sarebbero riuniti e insieme l’avrebbero affrontato di nuovo. Passano i fatidici ventisette anni e naturalmente It in quel di “Derry” teatro delle sue gesta riappare, con il suo carico di orrore e morte. Chiunque abbia avuto la ventura di leggere l’opera letteraria, da cui è tratto anche questo secondo adattamento cinematografico, dopo la vecchia serie tv del 1990, non può non avere contezza, dell’enorme divario che li divide. Tuttavia se nel capitolo uno, la storia poteva reggere come horror di tipo b-movie, anche se ai minimi storici, qui nel seguito è completamente stravolta, annichilendo il messaggio che  King aveva trasmesso con il suo epico racconto, in virtù della sua grande capacità di narratore, e con un’accurata analisi psicologica dei personaggi, e la sua grande capacità introspettiva. King, descriveva  un orrore che si annidava nella mente e prendeva la forma delle paure più recondite, Il male rappresentato dal Clown multiforme, era  una sottile metafora di quello quotidiano, che può esprimersi attraverso mille facce. Nella fattispecie tutta questa analisi sparisce, per dare spazio a mostri da fumetto degli anni settanta, con profluvio di mastodontici e sfavillanti, quanto inutili effetti speciali. Gli spettatori più attenti avranno notato che in questo scempio, compare in un cameo anche lo stesso Stephen King, ciò mi porta a pensare che questo obbrobrio cinematografico, abbia avuto l’approvazione, proprio da chi per primo avrebbe dovuto prenderne le distanze e insorgere contro un abominio simile. Ciò significa sostanzialmente due cose. Innanzitutto che la cometa creativa, che ha guidato King nella stesura di quell’opera, si è estinta inesorabilmente e poi che le ragioni commerciali hanno preso il sopravvento sulla sua inventiva, trasformandolo e riducendolo, a un banalissimo scrittore seriale di romanzetti “horror” Mi addolora scrivere queste cose, perché ho amato immensamente i libri e i film tratti dalle  sue opere come “Misery non deve morire” “L’ultima eclissi” “il miglio verde ” e soprattutto il mitico “le ali della libertà”  Ma questo secondo capitolo, di It ,versione  2019, non ha niente in comune con le opere suddette.

 

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