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It: Capitolo 2

Regia di Andres Muschietti vedi scheda film

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La recensione su It: Capitolo 2

di kubritch
3 stelle

Ultimamente stiamo assistendo ad un accanimento demonizzante nei confronti dei clowns, che sinceramente mi sembra un po' irrispettoso verso una professione dai modesti guadagni ed abbastanza faticosa. Lo interpreto come rappresentazione del paradosso della vita: innocenza e ferocia in una persona, Dr. Jekill e Mr Hide. Il difetto sta nel fatto che anche come pagliaccio appare inquietante per cui l'aspetto duplice del personaggio si perde. Naturalmente discorso sul doppio va esteso all'intera cultura statunitense essendo lo spettacolo del sentimentalismo l'altra faccia di una società particolarmente dedita alla violenza. E di sentimentalismo in questo film ce n'è a iosa e richiama, ma senza la stessa profondità, lo spirito nostalgico di un'altra trasposizione cinematografica da un romanzo di Stephen King, Stand by me. Il messaggio catartico della storia è esplicito e ha un suo perché nell'ottica psicanalitica pragmatica dei popoli anglofoni. La paura va affrontata se si intende sconfiggerla. E' l'eterna guerra del bene contro al male che prende la forma concreta di un babau killer sanguinario di fanciulli (molto meno efficace come maschera del terrore rispetto a quella di Freddy Kruger), associato alla cultura degli indiani d'America. Fa parte della poetica d'autore la messainscena del senso di colpa nazionale verso le popolazioni indigene (vedi Shining). Solo con un rituale degli indigeni il mostro potrà essere sconfitto. Sul palcoscenico del senso di colpa collettivo si muovono le ferite psicologiche e i piccoli sensi di colpa individuali. Il fatto che il cristianesimo sia del tutto ignorato dalla storia è già di per sé una bella trasgressione rispetto ad una cultura puritana e razzista. Insomma, i temi ci sono ma è il modo di rappresentarli a peccare di superficialità a tratti puerile. Tutto l'orrore è affidato all'aspetto mostruoso delle apparizioni sovrannaturali. Non c'è suspense, né un'atmosfera di malessere incombente sulla realtà. Dal confronto con Shining ci si rende conto in cosa consiste la raffinatezza della libera e rivendicata rielaborazione operata da Kubrick sulla narrazione di King che come romanziere non è nemmeno così da supermarket. Ho letto un paio di suoi lavori. Il Talismano, lo consiglio vivamente. Ad Hollywood non hanno capito che a strafare con gli effetti "petotecnici" si rovina tutto lo spirito della storia. La sceneggiatura andava limata un po' meglio. Per esempio, la reunion degli ex-amici d'infanzia nel ristorante cinese è proprio una roba da adolescenti in piena tempesta ormonale. Il divertimento tutto nordamericano di sfasciare le cose (lo stesso che troviamo nei film catastrofici dove persino la Casa Bianca finisce polverizzata. Fa molto Joker.) io non la capirò mai. Tutte quelle moine gergali, l'esagitazione di fronte ad innocue allucinazioni mi sono sembrate davvero fuori posto. L'effetto sorpresa della frase messa insieme con i bigliettini dei biscotti della fortuna risulta fiacca a causa della disposizione delle azioni. La scena in cui il pagliaccio uccide il bambino nel labirinto degli specchi manca di pathos e resta isolata rispetto al racconto come se non fosse accaduto nulla. All'uscita dalla giostra non c'è alcuna reazione da parte degli altri frequentatori. Il personaggio si allontana dal luogo giusto un po' allarmato. Per non parlare delle incongruenze del gran finale. Per fortuna ci risparmiano le sparatorie con pistole e mitraglie (pubblicità balistica). Più di tutto non si capisce di che materia è fatto 'sto mostro che si allunga, si allarga, si rimpicciolisce, sparisce e riappare quando vuole lui ma non è capace di inoltrarsi nei cunicoli in cui trovano riparo i nostri eroi. Una cosa è ambientare la storia in un mondo totalmente fantastico come quello de "Il signore degli anelli" o di Peter pan o di Alice nel paese delle meraviglie; un'altra è ambientarla nella realtà immaginando incursioni in mondi alternativi. Pennywise è una sorta di genio della lampada in versione diabolica. Sarebbe stato interessante sviluppare un po' meglio il background dell'individuo di cui il demone si impossessa. Camei di Bogdanovic e dello stesso King che sicuramente avrà guadagnato più che con Shining, per cui avrà poco da lamentarsi.

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