Espandi menu
cerca
Destroyer

Regia di Karyn Kusama vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 316
  • Post 214
  • Recensioni 6387
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Destroyer

di alan smithee
4 stelle

Sedici anni prima di ritrovarla invecchiata male, ma ancora in grado di gestire situazioni d'urgenza, Erin Bell era una avvenente poliziotta dell'FBI infiltrata presso una banda di pericolosi rapinatori di banche, capitanata dal carismatico Silas. Un colpo andato male e la morte del compagno con cui, nonostante tutto, la donna aveva intrapreso una relazione sentimentale, comportarono la completa disgregazione dei componenti.

Ora, dopo sedici anni, il ritrovamento di un cadavere e il ritorno, in quei desolati quartieri losangeliani, del tenebroso Silas, inducono la donna, afflitta da pesanti sensi di colpa come madre mancata di una teenager avviata verso la strada più deragliante, a regolare i conti con un passato che l'ha completamente svuotata, devastata nei valori di una complicità familiare mandata a monte da un mestiere distruttivo e totalizzante come quello dell'agente infiltrato.

Nicole Kidman, padrona incontrastata della scena, ma stravolta da un trucco imbarazzante ed assurdo che la fa sembrare espressiva come uno zombie, impersona con molto impegno una figura femminile in cui crede molto: non si capisce la necessità di ricorrere ad un trucco eccessivo e grottesco nel farle rappresentare una coetanea, ovvero una cinquantenne distrutta più ancora psicologicamente che fisicamente da un mestiere usurante e senza sosta come quello che ha ridotta ad una larva. Sarebbe stato sufficiente lesinare sul trucco, lasciando alla bella attrice la naturalezza di una maturità che ormai le appartiene, salvo poi ricorrerer a cosmesi più convinte per scene che la ritraggono come giovane infiltrata.

Sarà solo esteriorità, ma conciata in modo così grottesco, la Kidman pare un fantasma dagli occhi spiritati che contribuisce a far si che la vicenda, narrativamente dotata di un suo appeal, naufraghi verso una superficialità ed un manierismo fastidiosi, soprattutto quando nella storia interviene il coté sentimentale della difficile gestione del rapporto madre/figlia.

In regia la nevrotica e stilosa Katryn Kusama, piuttosto avvezza a fornirci ritratti forti di femmine poco consone alla resa, cerca di distinguersi con uno stile noir concitato e dai toni quasi fumettistici. Ma il risultato finale appare piuttosto impacciato e poco convincente per poter promuovere questa ambiziosa operazione, strutturata su due archi temporali lontani solo tre lustri, ma uniti dal dolore di una perdita e di una assenza da un ruolo cardine, fortemente destabilizzanti.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati