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La città verrà distrutta all'alba

Regia di George A. Romero vedi scheda film

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La recensione su La città verrà distrutta all'alba

di Baliverna
6 stelle

Mah, io l'ho trovato inferiore ai film di Romero sugli zombi, specie i primi due. Tuttavia, la tematica e la visione della società americana non sono poi così dissimili: gli individui si trasformano, e assumono tendenze violente e distruttive, in una progressione contagiosa; in breve, gli esseri umani cessano di essere tali e si trasformano in mostri. Al di là degli elementi fantastici della trama, non è difficile leggere in questo una metafora della disumanizzazione della società moderna, la quale diventa una gabbia di belve che si sbaranano a vicenda.
Al solito per Romero, il film ha una visione molto pessimistica degli Stati Uniti, in particolare dei politici e dell'esercito. I primi sono ipocriti, bugiardi e menefreghisti; i militari, da parte loro, sono tanto fanatici quanto imbranati e ottusi. Sono inoltre succubi di procedure sofisticate, ma inutili e anzi d'ostacolo. In generale, finiscono per fare assai più male che bene, e chiudono anzi per stupidità l'unica via di salvezza contro l'epidemia.
Il pessimismo del regista è totale, e lo definirei anzi disperazione. Nei film di Romero sui cadaveri che camminano si tratta di sterminare loro, in quanto nemici degli umani. Qui, invece, le persone si ammazzano a vicenda senza un vero perché, che non sia la stupidità, l'ottusità e la cattiveria.
Il regista conduce il racconto e l'azione benino, ma non ha la stessa forza e polso che ha in "La notte dei morti viventi" e "Zombi". Si segue comunque bene. Ho trovato buona anche l'idea del fatto che non tutti impazziscono allo stesso modo, con gli stessi sintomi. Non mancano le scene violente, e quelle sgradevoli di altro tipo, come la sequenza dello stupro con incesto.
La versione TV (e DVD credo) messa da poco in circolazione impone un finto widescreen, cioè una perdita d'immagine sopra e sotto, che francamente mi ha pesato per tutta la visione.

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