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Scream

Regia di Wes Craven vedi scheda film

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La recensione su Scream

di scandoniano
8 stelle

Nella piccola comunità di Woodsboro, ancora sconvolta da un feroce assassinio avvenuto l’anno prima, si verifica nuovamente un fatto di sangue. Stavolta il misterioso killer, che va in gira indossando una  maschera bianca e nera che ricorda “L’urlo” di Munch, prende di mira tutti i teenager, in particolare concentrandosi su Sydney. La ragazza non sa di chi fidarsi, perché tutti hanno motivo di essere sospettati…

Teen-horror degli anni ’90, diventato un cult del genere grazie ad una certa originalità nella scrittura e ad un ammontare di tensione fuori dall’ordinario. La sceneggiatura dimostra l’inusuale peculiarità di sciorinare i canoni dell’horror classico, parodiandoli allo stesso tempo, mettendone alla berlina alcuni eccessi e assurdità divenuti cliché. Meccanismi cinematografici perfetti, grande tensione che cavalca benissimo la continuativa teoria del sospetto ed indizi, spesso falsi, disseminati ovunque: il tutto per arrivare ad un finale inatteso di un film dallo stile inedito, che grazie all’opera dell’esperto Wes Craven, maestro del genere, riporterà linfa a tutto il genere horror degli anni a venire (oltre a creare un paio di seguiti).

Interessante, e altrettanto originale, l’idea di infarcire le vicende di nozioni meta-cinematografiche: i personaggi fanno spesso ricorso a capisaldi del cinema del terrore (seppur in versione fake), citando Wes Carpenter e “Non entrate in quella casa”, oppure pronunciando frasi del tipo “se questo fosse un film horror…”, addirittura azzardando decaloghi del perfetto film del terrore (è il caso di uno dei teenager protagonisti, che mette in pausa il videoregistratore la sera della festa del finale, mentre guarda “Halloween” di Carpenter). Stesso discorso per i riferimenti ad Hannibal Lecter ed Antony Perkins che di fatto dichiarano sfacciatamente l’affermazione  dell’importante valore sociologico e culturale della settima arte, nella fattispecie in versione horror, nella costruzione della contemporaneità. Craven realizza cinema e contemporaneamente dissacra il cinema (in questo senso va letta la frase dell’assassino – o meglio dell’attore che si cela dietro la maschera - che afferma “Non uccidermi, voglio tornare nel sequel”).

Nota a margine: rivedendo il film dopo aver ammirato la sua eccellente parodia “Scary movie” è impossibile non ridere, seppur ingiustificatamente, in alcuni frangenti, a causa delle molte scene che il film dei fratelli Wayans del 2000 a volte ricrea fedelmente, quasi pedissequamente, ovviamente però in chiave grottesca e satirica.

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