Regia di Taika Waititi vedi scheda film
Jojo è un bambino nel pieno del suo tempo; segue la massa e quello che si dovrebbe pensare e si dovrebbe dire. Il suo senso civico e del dovere è tale per cui l’Icona tedesca diventa il suo personale amico immaginario. Questo alter Hitler è l’unico che in momenti di incertezza sappia dargli conforto e rassicurazione. Durante il suo addestramento insieme al gruppo, viene ridicolizzato perché incapace di saper uccidere un coniglio; e così si assicura il nomignolo che gli impedisce di essere o diventare come dovrebbe essere. Perdipiù vive un brutto incidente con una granata che gli scoppia addosso che limiterà fortemente le sue ambizioni legate alla partecipazione in guerra non appena sará grande. Quando tutti i sogni sembrano svanire, scopre l’altra faccia della medaglia: la madre (Scarlett Johansson) nasconde nella camera della sorellina morta una ragazzina ebrea. Jojo risulta a dir poco sconcertato, e comincia, crescendo, a riflettere al riguardo. Jojo e Elsa vivono in completa autonomia, in un modo utopico e distopico; la ragazzina ironizza sugli ebrei e insieme fanno disegni che formeranno il corpus poetico denigrante su tutto quello che nn appartiene a ciò che è ariano e di cui Jojo è profondamente convinto.
Dopo il sacrificio della madre, grande sognatrice e lottatrice consapevole del suo andare controcorrente, Jojo capisce da che parte deve stare. Il suo alter Hitler, il suo amico immaginario sembra finire nel dimenticatoio. Questa mancanza di attenzione da parte di Jojo lo fa innervosire, ma alla fine la bildung del ragazzino lo farà letteralmente volare fuori dalla finestra con un calcio.
Lo sfondo storico di Jojo Rabbit è ricco di contrasti e di colori: il mondo dei bambini e la loro ingenuità li rende più umani e più veri, di fronte all’ipocrisia di molti adulti, taluni capaci di sacrificarsi per il bene degli altri, altri incapaci di affrontare la realtà di fronte ai cambiamenti. Elsa era una ragazzina costretta a nascondersi per potersi salvare, quando potrà scappare per essere finalmente libera in realtá è già libera.
Tutti i personaggi, bambini e adulti, subiscono un’evoluzione e le contraddizioni tra senso del dovere e bontà infantile trovano un connubio perfetto negli abbracci finali tra Jojo e il compagno dagli occhialetti rotondi, bambino profondamente scosso dalla durezza della guerra, ma che trova nell’amicizia il sollievo di poter condividere, di avere la possibilitá di voltare pagina e di vivere in una città che si ricostruisce dai suoi stessi danni.
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