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Le due inglesi

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le due inglesi

di mm40
6 stelle

Le impossibili traiettorie dell'amore, seguendo un altro romanzo di Rochè (dopo Jules et Jim di una decina di anni prima), sempre prendendo a riferimento un triangolo. Stavolta però sono le donne ad essere in maggioranza; e Claude è molto più risoluto di Catherine, non si limita a fare da perno fra due amanti, bensì attribuisce un ruolo a ciascuna di esse (mentre Jules et Jim spesso si intercambiavano fra loro, perfettamente coscienti di essere sostituibili l'uno con l'altro). Le due inglesi è un poderoso romanzone di inizio Novecento, girato con gusto da un Truffaut ormai maturo e con un protagonista meraviglioso, quel Jean-Pierre Léaud finalmente emancipato dal personaggio di Doinel. La materia narrativa è tanta e giustifica le due ore di durata, anche se talvolta l'espediente del narratore esterno appesantisce il ritmo. Per chi ama le storie d'amore intense con finale a drammone, senza vincitori.

Sulla trama

Ospite a casa dell'amica inglese Anne, Claude si innamora della riservata sorella di lei, Muriel. La madre si oppone al loro fidanzamento, chiedendo a Claude di tornare in Francia e, dopo un anno, di ripresentarsi da loro a chiedere la mano di Muriel. Claude, suo malgrado, accetta; in quel periodo però conosce molte altre donne e tronca il legame epistolare con Muriel; viene a fargli visita Anne, con la quale intreccia una relazione fisica senza alcun impegno. Anche Muriel va a trovare Claude, disposta a giocarsi l'ultima carta: ma scopre che il suo amato ha avuto una relazione con la sorella e torna in Inghilterra decisa a dimenticarlo. Dopo qualche anno - Anne nel frattempo è morta - Claude sente dire che sta per sbarcare in Francia Muriel, diretta a Bruxelles, dove farà l'istitutrice; va ad accoglierla. Lei gli si concede per una sola notte, gli dichiara il suo amore, ma spiegandogli che l'unico modo che le rimane per amarlo davvero è lasciarlo libero. E se ne va, facendolo sprofondare nella disperazione.

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