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I Do Not Care If We Go Down in History as Barbarians

Regia di Radu Jude vedi scheda film

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La recensione su I Do Not Care If We Go Down in History as Barbarians

di alan smithee
8 stelle

TFF 36 - ONDE

Ad una giovane e dinamica artista visuale e regista, viene scelta da una amministrazione comunale romena di una città per porre in essere una manifestazione patriottica imperniata sulla lotta per l'indipendenza ed il trionfo della democrazia contro il predominio della Russia comunista, negli anni del Secondo Conflitto mondiale, periodo in cui la Romania venne a trovarsi come ad un bivio tra due fuochi e due regimi dittatoriali o assoluti: il nazismo tedesco ed il comunismo russo.

La ragazza accetta la sfida, ma, anziché concentrare la propria attenzione e dirigere la propria storia verso un soggetto volto a rappresentare la liberazione dal regime comunista, preferisce invece ripercorrere un episodio atroce, ma non per questo ad degnamente e sufficientemente ricordato e stigmatizzato, inerente il cosiddetto "Massacro di Odessa", in occasione del quale, nell'ottobre del 1941, un numero compreso tra 25 e 34 mila ebrei vennero uccisi a copi d'arma da fuoco dalle forze di occupazione romene e tedesche, a seguito dell'allenza che il generale Antonescu strinse con le truppe naziste tedesche.

Sarà l'inizio di una vera e propria odissea burocratica che comporterà non tanto sforzi creativi peraltro già valutati e soppesati, quanto prese di posizione da parte di una amministrazione che farà di tutto per indurre la dinamica e coraggiosa artista a desistere sul tipo di denuncia e rappresentazione che ella si è ostinata di rappresentare.

"Barbarians" (anche così opportunamente ridotto è conosciuta questa preziosa, matura e sferzante opera del tenace, arguto ed impegnato regista di Aferim! Radu Jude) finisce per divenire una sarcastica invettiva contro un negazionismo storico vergognoso, proteso a spostare le responsabilità di una oppressione solo su uno dei due versanti contro cui la Romania si trovò a dover combattere per conquistare una propria indipendenza democratica.

La rappresentazione finale, pur nata con ostacoli e problematiche di ogni tipo, risulterà dirompente e capace di aprire efficacemente le coscienze e certe memorie dalle gambe troppo corte.

Un film importante per senso di responsabilità e rispetto civico verso un popolo oppresso, massacrato e troppo facilmente dimenticato dalla memoria. Jude mantiene un tono scanzonato e perditempo che si nutre di digressioni e tergiversamenti utili a disegnare un ingranaggio burocratico inetto ed irrispettoso verso una tragedia storica disonestamente rimasta sepolta. La protagonista Joana Iacob, vestita malissimo come un pagliaccetto (non si sa bene a che pro) ha il piglio corretto e coerente per impadronirsi del tenace ruolo trainante di un film altrimenti corale, orchestrato con gran destrezza e con un piglio sarcastico che non fa che accentuare la gravità di un negazionismo diffuso sconcertante e dilagante.

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