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Ad Astra

Regia di James Gray vedi scheda film

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La recensione su Ad Astra

di port cros
8 stelle

Il primo approccio del regista James Gray con la fantascienza, che ha il suo centro gravitazionale nella performance intensa e controllata di Brad Pitt, si inoltra nelle profondità del cosmo alla ricerca di un padre perduto, ma principalmente della verità su noi stessi: un umanesimo basato sulla speranza riposta nei legami umani.

 

Brad Pitt

Ad Astra (2019): Brad Pitt

 

Ambientato in un futuro non troppo lontano, Ad Astra vede Roy, (Brad Pitt) un ingegnere spaziale inviato in missione verso Marte per mettersi in contatto con il padre, il mitico astronauta Clifford McBride (Tommy Lee Jones) scomparso sedici anni prima al comando del Lima Project, una spedizione che si doveva spingere fino a Nettuno per indagare sull’esistenza di intelligenze extra-terrestri, e che ora pare ricomparire, da distanze siderali, con azioni sconsiderate che potrebbero minacciare la sicurezza dell’umanità. Roy McBride è famoso per mantenere sempre freddezza ed autocontrollo, tanto che i suoi battiti per minuto non salgono mai oltre gli 80 anche in situazioni di forte stress, ma sul versante dei rapporti umani la sua esistenza è stata segnata da una tendenza a tenere gli altri ad una certa distanza, probabile lascito della perdita della figura paterna in età adolescenziale. Roy raggiunge prima la Luna, che è stata trasformata in una destinazione commerciale ed è servita da voli “di linea” dove una coperta per il viaggio costa 125 dollari extra (praticamente siamo dalla parti di RyanAir), e poi Marte, avamposto della colonizzazione umana, dove la scoperta che il padre non è quell'eroe caduto che egli mitizzava e che la propaganda ufficiale aveva trovato conveniente pubblicizzare mette in moto una crisi esistenziale, che si fa via via più profonda man mano che egli decide di avanzare verso Nettuno.

 

Brad Pitt

Ad Astra (2019): Brad Pitt

Il primo approccio del regista James Gray con la fantascienza è meno interessato agli effetti speciali strabilianti (sebbene ce ne siano di splendidi) e alle creature ultraterrene e più alle questioni interiori su ciò che è realmente fondamentale per l'essere umano, lanciato in quel viaggio inebriante chiamato progresso ed a rischio di smarrire le basi del senso della vita . Questo non è il tipo di film che ecciterà coloro che associano la fantascienza all'azione, ma piuttosto chi vorrebbe inoltrarsi nelle profondità del cosmo alla ricerca della verità su se stessi e sul significato della propria esistenza (già nel bel precedente The Lost City of Z / Civiltà perduta Gray affrontava il tema di come il viaggio possa cambiare un uomo). La visione richiede pazienza (il passo è flemmatico), introspezione ed attenzione, sulla scia già tracciata a Kubrick in 2001: Odissea nello spazio, ma la ricompensa è che la pellicola ti rimane dentro, con il suo fascino magnetico ed i suoi interrogativi, anche dopo l'uscita dalla sala. Se qui la riflessione si mantiene a un livello più semplice e meno filosofico di 2001, nondimeno Gray riesce a esprimere con forza emozionante un suo umanesimo, basato nella speranza riposta nei legami umani (quella mano che si protende a stringere quella di Roy nel finale) contro lo spettro della solitudine che può nasce da un'ossessione isolante, come quella che divora Clifford, che fa perdere di vista le semplici verità della vita .

Brad Pitt

Ad Astra (2019): Brad Pitt



Tuttavia non mancano scene maiuscole che potranno a buon diritto entrare nell'antologia del genere sci-fi: la vertiginosa e terrificante sequenza di apertura, dove Roy McBride precipita e ruotando vorticosamente da una mega-antenna sospesa ai confini dell'atmosfera. Ed un ipnotico inseguimento e scontro armato con i pirati sulla faccia oscura della luna, immerso in un silenzio irreale. Non manca nemmeno la tensione da cuore in gola, sull'astronave norvegese apparentemente abbandonata che ha lanciato un messaggio di SOS. Ad Astra è un film che nel suo intimismo non rinuncia ad essere visivamente spettacolare, grazie alla magistrale fotografia di Hoyte Van Hoytema, al suo uso artistico del colore ed alla perfezione tecnica della ricostruzione dei paesaggi extraterrestri e della terrificante meraviglia dei neri abissi spaziali punteggiati dai colori dei corpi celesti.

 

scena

Ad Astra (2019): scena

Ma James Gray, nella vertigine delle profondità spaziali, non perde mai il focus sull'intimismo umano della storia, mantenendoci legati al punto di vista del suo protagonista ed alle sue riflessioni. In una performance intensa e controllata, Brad Pitt costituisce così il centro gravitazionale dell’opera (nessuno degli attori secondari, tra cui figurano uno smagliante Tommy Lee Jones ed i sottoutilizzati Donald Sutherland e Liv Tyler, ha più di una manciata di scene), esprimendo il tormento della ricerca e la paura della solitudine semplicemente attraverso i suoi occhi (spesso non si può vedere molto di più sotto il casco della tuta spaziale, sebbene Gray dedichi ai primi piani dell’attore ed al voice-over dei suoi pensieri una indiscutibile rilevanza) e ricordando, dopo la già ottima prova in Once Upon a Time in Hollywood, di aver molto da offrire oltre alla proverbiale avvenenza che lo ha reso una star.

 

 

Brad Pitt

Ad Astra (2019): Brad Pitt

 



 

 

 

 

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