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Zombie contro zombie

Regia di Shin'ichirô Ueda vedi scheda film

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La recensione su Zombie contro zombie

di pazuzu
8 stelle

One Cut of the Dead: ovvero come girare un cortometraggio sbrindellato sugli zombi in mezzora, con due soldi e in un unico piano sequenza, farlo seguire - restando nella finzione - da un antefatto che lo contestualizza e poi da "making of" che lo scompone e lo analizza, e tirar fuori un prodotto originale e divertente.

 

One Cut of the Dead: ovvero come girare un cortometraggio sbrindellato sugli zombi in mezzora, con due soldi e in un unico piano sequenza, farlo seguire - restando nella finzione - da un antefatto  che lo contestualizza e poi da "making of" che lo scompone e lo analizza, e tirar fuori un prodotto originale e divertente, che senza mai prendersi sul serio butta giù un discorso serissimo sul cinema e sulla sua fruizione, sul reale e sulla sua percezione, sul ruolo dell'arte nell'era dell'intrattenimento massificato, e sul rapporto tra la penuria dei mezzi a disposizione e la necessità di sapersi industriare per valorizzarli.

 

 

L'esordio del giapponese Shinichiro Ueda non è lo zombi movie che finge di essere per la prima mezzora, con un regista intrattabile e pazzo che per ottenere dai propri mediocri attori reazioni realistiche richiama in vita i non morti veri portandoli sul set, ma un film sul suo processo creativo e realizzativo, dove il 'corto' One Cut of the Dead nel quale quella storia viene messa in scena (senza stacchi di cinepresa e in diretta tv, in ottemperanza al format richiesto dal fantomatico canale tematico "Zombie Channel") non è il prodotto finale ma il prologo, il canovaccio attorno al quale l'intero racconto si snoda, riuscendo a mutare in corsa linguaggio, obiettivi e prospettiva ma mantenendo saldo il gusto per lo sberleffo, anzi elevandolo a potenza nella mezzora finale, quella durante la quale quel lungo piano sequenza viene smontato e rimontato da dietro le quinte, e lo spettatore, già messo a conoscenza di come tutto andrà a finire, viene altresì reso partecipe degli intoppi e delle difficoltà intercorse durante le riprese, di cadute fortuite e ubriachezze impreviste, di deviazioni dalla sceneggiatura e dissenterie improvvise.

 

 

Le incongruenze rilevate durante la prima visione, quella 'in diretta', ed i passaggi apparentemente dettati da pressappochismo o superficialità, vengono così dettagliati e circostanziati uno ad uno, dando uno scopo ben preciso anche alla sezione centrale, quella narrativamente più convenzionale, che giungendo immediatamente dopo i titoli di coda del corto tornava indietro di dieci mesi fino all'immaginario concepimento dell'operazione, presentando pregi e difetti, vezzi e idiosincrasie di tutti i membri del cast. Alla chiusura del terzo segmento, il cerchio si chiude fornendo al tutto un senso di spassosa compiutezza, e rivelando come alla base di un divertissment costato pochi yen ci sia in realtà un progetto metacinematografico tutt'altro che sgangherato e grossolano come l'apparenza potrebbe far pensare, anzi arguto nella sua demenzialità manifesta e capace di sviluppare un'idea curiosa (ma di per sé non necessariamente sufficiente a giustificare un'ora e mezza abbondante di durata) lavorando con acume su più livelli, concentrandosi sui dettagli con un'impagabile (auto)ironia e trasformando la povertà delle risorse in una virtù, riuscendo pienamente nel doppio intento di spiazzare e far ridere di pancia.
Merito alla Tucker film per averlo reso disponibile per il mercato italiano senza stuprarlo con il doppiaggio ma lasciandolo in lingua originale sottotitolato, ma pollice verso, tanto per cambiare, per il 'nuovo' titolo (Zombi contro Zombi): fuorviante, banalizzante, terribile.

 

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