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The Fall

Regia di Boris Labbé vedi scheda film

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La recensione su The Fall

di OGM
8 stelle

L'epopea dell'Uomo. In disegni vibranti, che escono dal buio.

Visione integrale. Il centro della scena è in ogni punto dello schermo. Il movimento, circolare, ripetitivo, è quello del mondo, impossibile da seguire in ogni dettaglio. La metamorfosi è ubiquamente continua, segue il ritmo insistente comune al ciclo vitale e alla catena di montaggio, è macchina creativa e meccanica, come la natura che genera, come l’immaginazione che plasma l’opera d’arte. L’animazione è una tecnica che può tradurre letteralmente la fantasia e la riflessione, restituendo in maniera essenziale ed allegorica, dopo averlo sfrondato di ogni umana teatralità, il dramma della Storia come evoluzione di un ingranaggio trituratore, in grado di distruggere con la stessa energia con cui costruisce. Il moto perpetuo, onnipresente ed emotivamente indifferente, è la dinamica che trasforma il paesaggio, prima assicurandone la sopravvivenza, poi annientandolo per alimentare voracità aliene. Fiori, persone, alberi e mostri sono figli della stessa girandola esistenziale, quella tracciata dagli stormi di uccelli nel cielo, mentre il suolo partorisce e sotterra, fa crescere e poi fa precipitare, senza mai abbandonare una fisica dominata dalla forza di gravità, rispetto alla quale il germogliare è il principale atto di sfida. Questo cortometraggio presenta il disegno – danzante, rotante, fiammeggiante - come la sottolineatura musicale dello sviluppo della materia organica, dalle linee morbide ma duramente ancorate alle proprie radici terrene, al proprio destino di carne. Al contempo flessuose e rigide, docili e severe sono le manifestazioni del corpo, che lo vedono, nel paradiso e nell’inferno, come il suddito festante di una potenza che si esplica mediante riti sacrificali collettivi, allegri o funesti, variamente colorati sullo sfondo invariabilmente nero di un universo senz’anima. Melodie tribali fanno da colonna sonora allo spettacolo di tutti e di tutto, in cui non esistono protagonisti, perché gioia e dolore sono la sostanza condivisa della situazione, la connotazione generale del tempo, e non il modo di essere di qualcuno.  Mentre il calderone sprizza vapori, petali, foglie, lingue di fuoco e frizzanti suggestioni, risulta rapidamente agrodolce il naufragio in questo delirio rivelatore e livellatore: una verità finale che ci vuole tutti uguali e indifesi, incorreggibili e imperdonabili, eternamente esposti al tormento del castigo che, periodicamente, interviene a bandire la gioia e ad uccidere la spensieratezza.

 

scena

The Fall (2018): scena

scena

The Fall (2018): scena

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The Fall (2018): scena

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