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La paranza dei bambini

Regia di Claudio Giovannesi vedi scheda film

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La recensione su La paranza dei bambini

di MVRulez
7 stelle

Tratto dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano, "La paranza dei bambini" è l'ultima fatica di Claudio Giovannesi, in concorso alla 69a edizione del festival di Berlino, nonchè vincitore dell'orso d'argento come miglior sceneggiatura. Il film è un avvicendamento di alcune componenti del mondo camorristico: estorsioni, intimidazioni, soprusi, violenza. Tutti queste azioni vengono però trasposte dal mondo della paranza adulta a quella dei bambini, di giovanissimi, la cui età si aggira attorno ai 15 anni e quest'opera si basa proprio sulla prospettiva di questi piccoli criminali che "puzzano ancora di latte" (per citare una battuta del film). Il tema della camorra è stato infatti sviscerato attentamente da diverse produzioni degli ultimi anni: dal Gomorra di Garrone (anch'esso tratto da un libro di Saviano), passando per l'omonima serie televisiva, fino ad arrivare anche ad altri tipi di prodotti, caratterizzati da uno stile maggiormente comico-parodistico, come "Ammore e malavita" dei Manetti Bros, mentre "La paranza dei bambini" è un ulteriore tassello. In questo caso, oserei dire, si assiste al processo di formazione alla criminalità, ovvero come avvenga che dei bambini-ragazzi si ritrovino ad essere introdotti in un mondo del genere. Il film ne evidenzia le cause attraverso le vicende della baby-gang protagonista: l'attrattiva nei confronti della possibilità di guadagnare soldi in maniera facile e veloce (soprattutto considerando come i ragazzi provengano da famiglie piuttosto indigenti) con cui poi comprare beni di lusso che altrimenti non potrebbero essere acquistati; la volontà di emulare i grandi boss, gli adulti, quasi come se fosse un gioco, in maniera scherzosa, cosa che però li porta inevitabilmente a stabilire contatti con quel mondo, quindi a inserirvisi fino a quando sarà troppo tardi per tornare indietro per avere una vita normale. Vi è poi il fattore economico, visto che la camorra a Napoli, riveste le funzioni economiche (riscuote le tasse con le estorsioni, ma allo stesso tempo fornisce protezione da altri criminali e addirittura fa trovare del lavoro, e quindi fa girare l'economia), ma soprattutto ha avuto la capacità di sostituirsi allo Stato, dove quest'ultimo era ed è più assente e/o debole, e alle sue funzioni sociali, impartendo un certo tipo di istruzione, la loro ovviamente (eclatante è la scena in cui gli adolescenti ascoltano ed imparano una lezione sullo spaccio), ed è sempre la camorra ad investire sui giovani, a garantire loro un "impiego", ed è qui che, ieri come oggi, l'organizzazione trae un continuo rinvigorimento, perchè crede nei giovani, nei quali trova costantemente dei nuovi adepti, cosa che sembra che lo Stato si sia dimenticato di fare da diverso tempo: la camorra, od ogni altra associazione criminale, non può mai cessare di esistere se non ci si rende conto di ciò. Insomma i giovani, se non giovanissimi, non sono tanto dei nuovi carnefici, quanto piuttosto delle vittime di un sistema che li influenza fin dalla tenera età e che li porta inevitabilmente verso quella strada; ed è per questo che Giovannesi cerca di stabilire un rapporto di empatia con questi personaggi, facendo spesso uso di long takes (grazie all'ennesimo buon lavoro di Ciprì, che tra questo film e "Il primo re" di Rovere, si riconferma come uno dei migliori direttori della fotografia dell'attuale panorama del cinema italiano). Spero che questo film non incontri quell'inutile e dannosa ostilità da parte di alcune figure istituzionali che vedono in queste opere soltanto un danno di immagine per la loro città. Il danno esiste già, e fin quando ci sarà, è giusto che il film (come qualsiasi altra forma d'arte), abbia il diritto di parlarne e di denunciare questa realtà.

Francesco Di Napoli, Ar Tem

La paranza dei bambini (2019): Francesco Di Napoli, Ar Tem

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