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Bene ma non benissimo

Regia di Francesco Mandelli vedi scheda film

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La recensione su Bene ma non benissimo

di steno79
6 stelle

Ho visto questo "Bene ma non benissimo" solo in quanto docente accompagnatore di una classe di una Scuola media romana nell'ambito di un progetto di sensibilizzazione contro il bullismo, ma l'esperienza tutto sommato non è stata inutile. Più che altro questa opera prima del volenteroso e tuttofare Francesco Mandelli, comico televisivo che fa anche il musicista, l'attore e adesso il regista, ha avuto una sorte infausta, perché dopo la presentazione alla Festa di Roma nella sezione Alice nella città, è stato distribuito poco e male raccattando un misero incasso di centomila euro, davvero pochissimo. Il film racconta la storia di una robusta ragazzina che dopo la morte della madre, a causa del licenziamento del padre deve trasferirsi dalla Sicilia a Torino, dove frequenta un Liceo in cui sarà presa di mira da alcuni bulli, ma stringerà un'amicizia importante con Jacopo, figlio di genitori ricchi ma chiuso ai limiti dell'autismo. Su sceneggiatura dell'attore Fabio Troiano e di Vincenzo Terracciano, il film è accattivante e tutto sommato gradevole, affronta tematiche importanti cercando di declinarle secondo un linguaggio che possa essere facilmente assimilato da un pubblico di ragazzini, che sono i destinatari principali dell'operazione, e si potrebbe affermare che almeno in parte ci riesce. Nel copione ci sono buone intuizioni soprattutto nella caratterizzazione della protagonista, resa in maniera energica e credibile dalla debuttante Francesca Giordano, ma anche alcune approssimazioni che si potevano francamente evitare, soprattutto nel ritratto di Jacopo che non si capisce bene se risulti un ragazzino davvero autistico oppure no, con una semplificazione di questo tipo di disturbo pervasivo della personalità che forse si poteva accettare fino a vent'anni fa, ma più difficilmente al giorno d'oggi. La scrittura dei due sceneggiatori gioca spesso sul limite dello stereotipo producendo esiti a tratti simpatici e a tratti un po' goffi; è chiaro che ci troviamo di fronte a un filmetto senza troppe pretese di cui si apprezza il messaggio e l'impegno anche sociale, che offre una descrizione piuttosto attendibile della perversa dinamica giovanile che si instaura fra bullo e vittima, che offre uno scioglimento su cui non ha molto senso lamentarsi per la prevedibilità e di cui si accoglie volentieri l'urgenza dimostrativa. La messa in scena di Mandelli è ovviamente essenziale ma non priva di qualche buona idea visiva, soprattutto nelle scene al museo Egizio di Torino, il ritmo narrativo abbastanza curato pur con qualche inevitabile calo, il contributo del cast, in cui spiccano i nomi soprattutto di Gioele Dix e Euridice Axen, nel complesso abbastanza incisivo. È un'operina un po' fragile e incerta che voglio premiare con la sufficienza per un certo coraggio su tematiche ancora tutt'altro che scontate, un film che si potrebbe proporre anche ad un pubblico non necessariamente legato ai progetti antibullismo e che sa avvalersi in maniera a tratti suggestiva dell'ambientazione torinese.

Voto 6/10

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