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La lotta

Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film

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La recensione su La lotta

di millertropico
8 stelle

Un prezioso contributo di Bellocchio racchiuso in 16 minuti di buon cinema realizzato insieme ai ragazzi di “Fare cinema 2016”, il corso che annualmente organizza a Bobbio.

 

Passato anche da Cannes (Quinzaine des réalisateurs) e purtroppo visto troppo poco, può ricordare (soprattutto nell’incipit) l’episodio diretto da John Landis inserito come pezzo d’apertura del film “Ai confini della realtà” (chi lo ricorda sa che parlava di un razzista convinto che, per contrappasso si ritrovava ad essere discriminato come vietnamita, nero ed ebreo, anche se poi la pellicola si sviluppava in tutt’altro modo).

Barbara Ronchi, Ione Bertola

La lotta (2018): Barbara Ronchi, Ione Bertola

E’ ancora il fiume Trebbia ad essere al centro della storia. Sulle sue rive, c’è un ragazzo della nostra contemporaneità , nel riposo, si è appisolato. Il suo calmo dormire, viene però interrotto da delle voci che – in lontananza – parlano tedesco. Alzando un poco lo sguardo, scorge così un poco più in là un gruppo di soldati nazisti che subito gli sparano addosso. E’ una pattuglia che sta inseguendo Tonino, un partigiano fuggiasco che cerca di salvarsi tuffandosi nel fiume e in questa fuga probabilmente senza scampo,ì irrompe clamorosamente in un presente in cui le tracce del passato non sono scomparse, fino a far sì che passato e presente si mescolino fra loro quasi senza interruzione di continuità.

Bellocchio trova così la maniera di costruire un breve racconto filtrato dallo scorrere del tempo, col quale torna ad affrontare alcuni dei temi a lui più cari come quello dei rapporti con la madre (che anche qui è la figura più riuscita e meglio raccontata) ma che ci spinge però anche a riflettere, rinverdendo nella memori, i tanti sacrifici umani (che il tempo a un po’ appannato) che hanno contribuito in maniera determinante alla nostra libertà e che oggi vengono tragicamente sottoposti ai più spudorati revisionismi (“Il sangue dei vinti” di Panza ne è un bieco esempio).

Fabrizio Falco

La lotta (2018): Fabrizio Falco

 

 

Un momento davvero magico e anche fortemente commovente è quello in cui il protagonista, davanti alla stele dove sono incisi i nomi dei martiri di Bobbio immolatisi per la libertà, recita a memoria alcuni passi delle “Lettere dei condannati a morte della Resistenza Italiana”.

Barbara Ronchi, Fabrizio Falco

La lotta (2018): Barbara Ronchi, Fabrizio Falco

 

Come già era accaduto con Aldo Moro nell’ispirato finale di “Buongiorno notte” poi, anche qui Bellocchio offre attraverso la creazione artistica, la possibilità a un uomo (il partigiano inseguito dai nazisti) il cui destino è ormai segnato, a riscrivete in altro modo volgendolo alla speranza del positivo, l’evolversi successivo della sua vita proiettata verso il futuro (una specie di mondo parallelo fortemente utopico ma che intende a incitare anche noi che viviamo nel presente, a non demordere nonostante i tempi bui che stiamo attraversando, perché la “lotta” non si deve (non può) fermarsi, ma! e nonostante tutto. Forse è tardi per noi ma dobbiamo comunque lottare per le nuove generazioni che in questo senso partiranno (purtroppo) molto più svantaggiate.

Marco Bellocchio

La lotta (2018): Marco Bellocchio

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