Regia di Andrés Llugany vedi scheda film
Il sogno di volare. Di trovare la salvezza. Di vivere oltre la morte che incombe.
Fantasia lunare. Teneramente screziata di sofferenza, di materia pesante che cade e si spezza, mentre con tutto il cuore vorrebbe invece volare. Due gatti bianchi di ceramica cercano la salvezza nello spazio. Devono fuggire da quel satellite arido e grigio, per raggiungere la Terra, e trovare finalmente l’acqua. A spingerli verso il cielo è un capriccioso impeto infantile, melanconicamente vestito di inventiva, di spirito giocoso, del gusto di prendere gli oggetti quotidiani per convertirli nei veicoli dell’immaginazione. Il cartone animato di Andrés Llugany, nel dinamismo stilizzato e discontinuo del collage, riproduce lo sforzo di un braccio sporto rabbiosamente verso l’alto, di una smania sfogata sgambettando in punta di piedi, di un lo voglio impossibile che combatte invano contro la forza di gravità e la irraggiungibile distanza del mondo degli adulti. Una storia contratta, con la sua velleitaria perseveranza, nel breve spazio di un cortometraggio, quasi a sottolineare l’intensità di un desiderio che conosce solo fuggevoli istanti, come un bambino che, non avendo esperienza del tempo, non concepisce la pazienza, né teme la ripetitività. Lo stesso pianto è un fulmineo intermezzo fra due insuccessi, la pausa di dolore che ricarica l‘insistenza, rinnovandola, facendola evolvere, tramutandola in una favola dai mille episodi. La filastrocca ripropone all’infinito il medesimo senso, variando solo la forma, i mezzi, gli scenari e i costumi di un’avventura che non vede motivi per cambiare strada. È il leggendario ri-narrare che, da sempre, fa proseguire la vita ed alimenta la speranza, musicando la sfortuna e la sconfitta, sul temibile sfondo della fine del mondo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta