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The Outlaws

Regia di Yoon-Seong Kang vedi scheda film

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La recensione su The Outlaws

di supadany
7 stelle

Far East Film Festival 20 – Udine.

Soprattutto nelle cosiddette città metropolitane, laddove gli interessi economici sono ingenti e fanno gola a tanti, la lotta tra la malavita e la polizia è più serrata. Mentre la criminalità produce elementi di spicco sempre peggiori, più spietati e senza il benché minimo scrupolo, anche le forze dell’ordine hanno i loro problemi: essere irreprensibili richiede qualità rare, senza scordare che, per ottenere dei risultati dal reale impatto, occorre un pizzico di audacia, caratteristica che conduce direttamente oltre i binari imposti dal regolamento.

In The outlaws, la battaglia di strada è furibonda, con il sangue che si mescola all’azione e alle strategie degli schieramenti in gioco, senza per questo trascurare scaglie di umorismo, profuse quasi esclusivamente dal protagonista principale, interpretato dal granitico Ma Dong-seok.

Seoul, 2004. Il detective Ma Seok-do (Ma Dong-seok), pur utilizzando metodi tutto fuorché ortodossi, è riuscito a stabilire un equilibrio tra le principali gang del suo distretto, ma l’arrivo di Jang (Yoon Kye-Sang), uno spietato gangster cinese, crea il caos, con una sconvolgente scia di tale brutalità da distruggere in poco tempo la gerarchia esistente tra le differenti organizzazioni malavitose.

Toccherà proprio al detective impegnarsi in prima persona per fare un po’ di pulizia e ristabilire l’ordine.

 

scena

The Outlaws (2017): scena

 

Ispirandosi a una storia vera, a partire da luogo e anno, il regista Kang Yoon-sung imbastisce un picchiaduro, per due ore di show che si trangugiano tutte d’un fiato, grazie a un congegno sorretto da archetipi affidabili e qualche qualità sopra la media.

Nel primo caso, figura la scelta di centrifugare generi diversi, svariando dall’azione, che quando fa capolino è furiosa e dall’innesco facile, al classico poliziesco con indagine annessa, con un sense of humour sferzante ed esuberante a condire le portate.

Nel secondo, si va direttamente a discettare dell’attore protagonista, l’apprezzato Ma Dong-seok (Train to Busan, Derailed), che si trova estremamente a suo agio con la colorita caricatura assegnatagli, regalando un miscuglio tra gli storici schiaffoni di Terence Hill e la mortifera stretta di Bud Spencer.

A parte, si deve aggiungere una specifica peculiarità, per cui nel film non compare nemmeno un’arma da fuoco, un sotterfugio che rifugge ogni connotazione realistica, altresì consentendo l’esecuzione di lunghe sequele di botte da orbi che innalzano il livello di violenza, di suo già sostenuto da alcuni smembramenti ferini.

Con questo modus operandi, è proprio quando scatta il caos fisico che The outlaws trova la sua dimensione prediletta, utilizzando l’eterna – e sempre più complicata – lotta tra la giustizia e una criminalità che attribuisce sempre meno valore alla vita umana, per dar vita a un pastiche che non brilla certo in fatto di originalità, ma dotato di un grip tale da consentirgli di intessere una discreta intesa con i suoi interlocutori (il pubblico).

Manesco e nerboruto, con un po’ di ilarità che non guasta mai.

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