Espandi menu
cerca
Freaks Out

Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film

Recensioni

L'autore

simonebulleri

simonebulleri

Iscritto dal 3 gennaio 2022 Vai al suo profilo
  • Seguaci 8
  • Post -
  • Recensioni 130
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Freaks Out

di simonebulleri
7 stelle
Roma, anno 1943.
Il circo Mezzapiotta dell'impresario-padre Israel sta incantando gli spettatori con le attrazioni magiche dei suoi figli putativi: Cencio, un ragazzo che ha il potere di guidare gli insetti; Matilde, la ragazza elettrica; il nano Mario; e Fulvio, l'uomo lupo.
La realtà della guerra, però, irrompe ben presto a spezzare quell'idillio con un bombardamento che dividerà la famiglia di circensi, braccata dal freak nazista Franz che sta creando un suo mini-esercito di supereroi da offrire come delirante omaggio al Führer.
Dopo Lo chiamavano Jeeg Robot (2015), Mainetti e Guaglianone proseguono, questa volta senza Menotti, la loro epopea sugli outsider dai poteri speciali. Tante cose da dire su questo bel film, curato nei minimi dettagli. Partiamo dicendo che, anche se è ambientato durante il secondo conflitto mondiale, è un film che parla assolutamente della e alla contemporaneità. Le tematiche sono la diversità (esteriore e interiore), la solidarietà in un mondo di macerie (la guerra come epidemia che devasta tutto e tutti non può essere paragonata al Covid?), la tematica ecologica (Cencio, in una delle scene più toccanti del film, chiede perdono agli insetti, prima di mandarli a spegnere l'incendio esploso nel vagone di ebrei deportati) e le difficoltà -esistenziali e morali- di chi fa Arte, mentre il mondo cade a pezzi.
Dal cast, indichiamo tre attori che si distinguono per intensità e ruolo: Franz Rogowski dipinge un villain lontano dagli stereotipi del nazista hollywoodiano, sembra perfino di rivedere l'opposizione
colonnello Landa/Shosanna di Bastardi senza gloria, laddove quest'ultima è la Matilde della giovane e talentuosa Aurora Giovinazzo. Il terzo è Max Mazzotta, strepitoso nella parte del Gobbo (nome che viene dritto dal poliziottesco anni '70), il partigiano a capo di una banda di desperados che cantano Bella Ciao come i soldati di Full Metal Jacket cantavano la Marcia di Topolino; nessuno stupore, "La guerra è guerra", dice con un ghigno, e subito torniamo a constatare che le nefandezze, durante ogni conflitto, affraternano buoni e cattivi, gettando tutti nel tritacarne della darwiniana struggle for life.
Numerose le citazioni cinefile, dall'ovvio Freaks di Browning, a Roma città aperta, a Sciuscià per arrivare a Tarantino (Santamaria, celato da una tuta di peli, parla in un orecchio mutilato come mr Blonde de Le Iene) e al suo revisionismo cinestorico.
Il film è ben servito, inoltre, dai sontuosi effetti speciali di Corridori e Leoni.
Insomma, Mainetti si è preso del tempo ma ha fatto centro ancora una volta con una rocambolesca pellicola che deve essere assolutamente vista, al cinema.
Vedi videorecensione
https://www.youtube.com/watch?v=A6xWowOnt74
Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati