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Freaks Out

Regia di Gabriele Mainetti vedi scheda film

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La recensione su Freaks Out

di imperiormax89
8 stelle

UN FILM STORICO/FAVOLISTICO CON I SUPERPOTERI, FATTO CON UN DECIMO DEL BUDGET OLTREOCEANO, MA CON DIECI VOLTE IL TALENTO LORO. QUESTO E' GABRIELE MAINETTI SIGNORI. QUESTA E' L'ITALIA.

Uscito dalla sala dopo la visione del film ho pensato a tantissime cose, ma solo una era a capo di tutte: Chissà se tra qualche anno la gente tra amici dirà "Oh! E' uscito un nuovo film di Garrone che parla di Corto Maltese" "FICO!!! Andiamoci!" "Tra un po' andiamo a vedere un horror slasher di De Feo!" "DAI! Non vedo l'ora!" "Vi va' di vedere un nuovo film di fantascienza!? E' italiano" "Ok, ci sto'".

E queste cose vent'anni fa per me non erano neanche sognabili, visto che il cinema di genere italiano era morto e sepolto.

 

Si era cominciato timidamente dieci anni fa con "A.C.A.B." con Pierfrancesco Favino, poliziesco con tinte grottesche e d'inchiesta, ma era solo un battito cardiaco, buono, ma c'era. Con "Il ragazzo invisibile" di Gabriele Salvatores siamo andati a migliorare, ma sempre a livelli appena sotto la media.

Poi con "Il racconto dei racconti", un fantasy tutto sommato decente con un cast internazionale, questa era stata una sorpresa.

Uscito "Lo chiamavano Jeeg Robot" di Gabriele Mainetti, il cinema di genere ha cominciato a svegliarsi e a darsi da fare.

 

 

Ed oggi, con "FREAKS OUT" sempre di Mainetti è ufficialmente tornato!

Finalmente possiamo tornare al cinema con più probabilità di vedere più film italiani che non siano le solite commedie, le solite love-stories o i soliti film malfatti di vecchi registi, un tempo gloriosi, che oggi non hanno più voglia di lavorare.

 

 

Cosa dire di questo film?

Nella Roma del 1943 Fulvio “l’uomo lupo”, Cencio “l’uomo degli insetti”, Matilde “la ragazza elettrica”, Mario “l’uomo calamita” e Israel “il mago” sono dei circensi dotati di abilità uniche che verranno sopraffatti dagli attacchi bellici, insieme alla popolazione.
Vista la loro situazione da Freaks e reietti della società dovranno decidere del loro futuro e sopravvivere agli orrori della guerra e dei nazisti.
Un cattivo bramerà i loro talenti.

 

Come trama è semplice, l'intreccio è un po' banale, ma come messinscena funziona.

Dura quasi due ore e mezza, ma il ritmo è buono, intrattiene con l'azione, le scenografie/panorami spettacolari, i momenti crudi e drammatici, ma anche con scene divertenti.

Gode di scene madri memorabili, una fotografia al servizio della narrazione delle vicende (a volte colorata e accesa, a volte di meno soprattutto in notturna), colonna sonora ben orchestrata con picchi di volume altissimi e alcuni pezzi musicali inseriti in modo particolare nonostante il contesto dell'epoca.

 

Gli attori sono tutti bravi: Claudio Santamaria non ha perso smalto, sia per prosa che per performance da attaccabrighe come nel film precedente, Pietro Castellitto è un'ottima linea comica, quasi mai fuori posto. Un buon Giorgio Tirabassi. 

Aurora Giovinazzo e Franz Rogowski sono incredibili.

 

I protagonisti sono come i Guardiani della Galassia, la loro coesione funziona, sono ben caratterizzati e ti fanno ridere quanto commuovere, soprattutto Matilde.

Gli altri personaggi? Anche i più secondari hanno un gran bello spessore.
Il cattivo? È profondo come un pozzo senza fondo, folle come non mai e sorprendente.
Scene d’azione ben fatte e con sprizzi di violenza alla Gunn e Tarantino.
La storia è meravigliosa, pregna di significati e con delle belle metafore.
Un film corale, anche se non vuole esserlo, ma con i piedi a terra il più possibile.

 

Tutto ciò che a livello tecnico/visivo con gli effetti speciali faceva storcere il naso in “Lo chiamavano Jeeg Robot”, qui invece funziona benissimo. Con dodici milioni di budget impiegati devo ammettere che sono stati molto efficienti, pur avendo usato la CGI oltre che ai vecchi effetti artigianali che son sempre ben voluti.

 

I difetti ci sono eccome, inutile essere troppo poco obbiettivi.

Parlando della caratterizzazione dei personaggi, nulla da obiettare su Matilde e il villain, però almeno gli altri Freaks, pur avendo un bello spessore, un po' più di profondità non avrebbe guastato.

La durata secondo me, in assenza di una maggiore caratterizzazione, almeno un quarto d'ora si poteva tagliare.

Alcune scene, per quanto belle e ben girate risultano un po' forzate.

 

 

Per il resto, nulla da dire, se lo distribuiranno in America credo lo ameranno alla follia. E credo che Mainetti meriti quanto Sorrentino se non di più ad andare agli Oscar, magari i Golden Globe.

 

 

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