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Cronaca familiare

Regia di Valerio Zurlini vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Cronaca familiare

di GIMON 82
10 stelle

Un apologia del "filo" fraterno,esile e doloroso,una linea sottile che diventa barriera,in divisioni caratteriali,etiche e sociali.
Piu' che  "Cronaca" il film di Zurlini assume  sembianze da "Romanzo" dei sentimenti,amari e disillusi nel contempo,legati a memorie infantili e giovanili.
Il tempo fa il suo corso inesorabile,decide gli incontri/scontri,annullando le distanze,riavvicinando un affetto congelato,restituendo scampoli di legame, destituiti dal destino amaro.
Enrico e Lorenzo attraversano questo percorso,su piani differenti,l'uno cresciuto nelle frustrate ambizioni da scrittore,l'altro in un mondo ovattato,protetto dalle convenzioni borghesi,di ragazzo di "buona famiglia".
I "luoghi della famiglia",divengono luoghi dell'anima,dove la regia di Zurlini muove un passo intimista,legato all'emotivita' della storia.Le atmosfere sono pregne di malinconia,esautorate dalla retorica e i pietismi di fondo.
Lo scritto di Pratolini assume  dimensioni d'uno status di solitudine,evincente nella prima parte,riposta attentamente da Zurlini nelle enormi recitazioni di Mastroianni e Perrin.
La regia non invade il "cuore" della storia,ne rimane a debita distanza,lasciando parlare il sentimento attoriale,muovendosi in inquadrature rigide e statiche,riprendendo entrambi gli attori con eleganza e delicatezza.
Ha un fascino dolce e sentimentale,da "Romanzo" decadente l'opera di Zurlini.Regista dimenticato e relegato al margine dell'establishment che conta.
La sua mano creativa parla col cuore,riempiendo gli spazi e l'ellissi,un silenzio o un abbraccio hanno la valenza d'una frase d'amore.
Un sentimento dolce,un "transfert" fraterno, giocato dall'amarezza d'un fato tramutato nelle vesti d'una misteriosa malattia.
Fino ad allora il rapporto di Enrico e Lorenzo è funestato da differenze che paiono insormontabili.
Lo stesso Enrico dice:"I fratelli non si scelgono,capitano per caso,l'importante nella vita è essere amici,avere gli stessi interessi",una frase di cruda verita',colma d' un cinismo doloroso.
Un emozione amara che ritroviamo nel cinico e bacchettone patrigno di Lorenzo,un uomo che ha "preservato" il figlio dallo scorrere della vita.
Salvo Randone seppur per pochi minuti lascia un impronta profonda,di "Padre-punitivo",relegato all'essere conservatore d'un vecchio mondo.
Chi ne paga lo scotto è solo Lorenzo,da infante e giovane sensibile,è un anima spaesata e incerta al cospetto delle decisioni della vita.
Zurlini rappresenta cosi' il "microcosmo" familiare ed un mondo avviatosi verso la seconda guerra mondiale.
La guerra è uno strazio lacerante che rimane tuttavia un sottotesto filmico,annunciandone l'umore nichilista e decadente che pervarra' di li a poco.
Un susseguirsi di riavvicinamenti fortuiti e gratuiti,segnano il passaggio dal gelo al calore umano.
Solamente il dolore rompe convenzioni e barriere,lo strazio dell'animo fa pagare lo scotto d'una fratellanza fino ad allora sconosciuta.
Cosi' ci si puo' conoscere,amare e ricordarsi d' un legame che durera' all'infinito nei luoghi di memoria.Solo la morte puo' restituire dignita' ad un rapporto parentale amaro e compromesso da decisioni esterne.
Mastroianni e Perrin vengono sostenuti in questa fase dalla girandola dei primi piani,i loro volti devastati riempiono la scena,annullano la freddezza,si avvicinano a noi.
Zurlini compie nella giostra finale un enorme lavoro,l'aria della clinica come "humus" asettico,sotterato di ferite dell'animo e rimpianti.
Ci si amera' solo nel profondo dolore,nella vita' giovane che "vuole guarire" e non vuole "addormentarsi",e nel rimpianto e rimorso di non "aver amato" un pezzo di vita propria.
L'importante è portarne con sè il ricordo dei pochi momenti passati insieme,infelici eppure ricchi di densa umanita'....che solo "chi resta" riuscira' a cogliere.......

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