Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Dopo la vitalità e l'edonismo mostrati nel primo capitolo, Sorrentino propone un ritratto per certi versi intimista (qualcuno ha anche detto indulgente) dell'uomo politico più discusso e chiacchierato degli ultimi 25 anni, immortale più che immarcescibile.
L'uomo che pure all'apice del suo potere si ricorda dei vecchi tempi, quando era solo un semplice piazzista, ma già mostrava quelle capacità di comprendere al volo i desideri della gente e sa indurla a scambiare i loro sogni con i suoi : in poche parole, la nostalgia della giovinezza.
E' questa la chiave di questo secondo capitolo: la coppia Sorrentino-Servillo fa il capolavoro di trasformare l'uomo simbolo di ogni iniquità in un personaggio di una insospettata umanità che sbuca fuori pur nel cinismo della gestione delle sue quotidiane battaglie.
Più biografico questo che il primo film, e con un mattatore indiscusso: lo strepitoso Servillo capace di fare addirittura tre personaggi: Berlusconi, Ennio (Doris) e il piazzista telefonico di appartamenti.
Ma seppur dedicato al ritratto dell'uomo, ecco fare capolino i vari comprimari, i cortigiani, che si muovono cercando l'equilibrio fra eccessi e cadute: e le macerie del terremoto all'Aquila sono insieme metafora e conseguenza della decadenza di questa società di cui Berlusconi sarà eponimo nel tempo.
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