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Loro 2

Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film

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La recensione su Loro 2

di starbook
6 stelle

Formalmente più equilibrato di Loro 1, è da questo secondo capitolo che inizia realmente il film di Sorrentino.

Considerando il primo un estenuante e ridondante prologo, erotizzante ma dalla dubbia utilità sostanziale se lo si analizza come un 'unicum', è da questo secondo capitolo che si entra davvero nell'anima dei personaggi e nel clima morale che vuole mostrarci il regista.

Il lasso temporale che comprende l'operazione 'Loro' descrive, romanzando ampliamente, la vita privata (scarsamente quella pubblica), di un Silvio Berlusconi (reinventato e napoletaneggiato da un Servillo sempre straordinariamente sul pezzo) che si ritrova con una moglie annoiata sull'orlo del divorzio ed in un empasse politico dal quale stenta a rialzarsi.

Fanno da sfondo. anche se per la durata potrebbero sembrare l'unico 'scopo' dell'operazione e per alcuni l'unico 'appeal', continui intermezzi simili a clip musicali, (se considerati autonomi non sfigurerebbero) per mostrare,balletti, giri di coca, ragazze e ragazzine in balli frenetici, streep tease improvvisati, personaggi caricaturali che sono o vorrebbero diventare parassiti del Silvio nazionale da cui 'suggono', o provano a 'suggere', molto della loro ragione di vita che è il riscatto dall'anonimato,nella nostra 'Povera Italia' come la cantava Franco Battiato.

I fatti narrati, tra quelli documentati e quelli presumibilmenti inventati ad hoc, creano un quadro e ci consegnano un personaggio del Signor B così facilmente riconoscibile e di cui negli anni, spesso a causa delle spiacevoli ed esecrabili battaglie legali,(prevalentemente a sfondo sessuale) dove si è trovato convolto, anche i meno attenti hanno imparato a riconoscere e di cui ci siamo fatti tutti, anche i più 'innamorati' del personaggio, un idea che Sorrentino ricalca alla perfezione.

 

Niente di nuovo, 'Loro' ci presenta l'immagine popolare di un Silvio perfettamente 'fotocopiata'!

 

Francamente un pò deludente ma poichè amo l'autorialità così 'rumorosa' e 'sovrabbondante' di un regista così facilmente riconoscibile e capace ed ho apprezzato come sono stati delineati e soprattutto recitati alcuni ruoli di personaggi minori (per minutaggio di esposizione nel film intendo) come il Mike Bongiorno di Ugo Pagliai (eccezionale) e un Ennio (Doris), sempre da Servillo, in una sequenza 'specchiata' che reputo la migliore del film, devo concedere una sufficienza nonostante un pessimo finale, così profondamente patetico, con le immagini di un salvataggio di una scultura nella terremotata L'Aquila, che rimanda alla 'Dolce vita' ed a 'La grande bellezza'.

Rimanendo ancora profondamente dubbioso sulle reali motivazioni e soprattutto sull'esigenza di realizzare una pellicola su Berlusconi (non essendo assolutamente un Biopic poichè si concentra su di un lasso temporale oggettivamente ristretto), lontanissimo dal Caimano di Moretti (i cui intenti erano così espliciti), rimane, forse, una immagine 'nuova' che crea questa pellicola cioè quella di una Veronica Lario 'pulita' e colta, l'unica ad aver tentato di contrastare e forse riuscito a 'sconfiggere' moralmente 'Lui' rinfacciandoli le 'colpe' ma confessandosi, come lo sono o sono stati milioni di italiani, innamorata di un uomo che ha saputo o a provato a regalargli un sogno.

 

 

  

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