Regia di Werner Herzog vedi scheda film
La rivolta Lillipuziana immaginata da Herzog sconvolge per la sua insensatezza. L’assenza di trama e logica, l’imprecisata locazione, la volontaria mancanza di una concreta sceneggiatura, rendono quest’opera uno sconcertante apologo sulla crudeltà umana. Avvicinandosi a “Freaks”, opera maledetta di Tod Browning, il regista crea un incubo visivo, criptico in alcuni punti, totalmente allusivo in altri. Lontano da ogni volontà denigratoria, Herzog cataloga le meschinità umane, trasportandole in una realtà parallela che dona poco conforto nonostante l’impossibilità di immedesimazione. Le continue analogie con la natura e il mondo animale, evidenziano una comune inclinazione malvagia, non più caratteristica esclusivamente umana, ma comune a tutto il creato. Una situazione senza via d’uscita, evidenziata dalla ricorrenza di figure circolari, simbolo di una ciclicità e di netti confini difficilmente superabili.
Tra film e documentario, originale e inquietante per i contenuti esposti e sottintesi.
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