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Il vizio della speranza

Regia di Edoardo De Angelis vedi scheda film

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La recensione su Il vizio della speranza

di diomede917
8 stelle

Edoardo De Angelis riprende da dove ci aveva lasciato con Indivisibili.
All'interno di una Castelvolturno post apocalittica immersa da strade fatte di immondizia racconta la storia di Maria e il nuovo mondo di Freaks che la circonda.
Non più gemelle siamesi sfruttate per la loro voce angelica ma corpi deformi di prostitute nigeriane incinte che devono sfornare figli per coppie desiderose di famiglia, pappone z...oppe che trovano sollievo solo grazie all'uso terapeutico dell'eroina o bambine sciancate che sognano una vita migliore andando su bastoni più grandi di loro.
Fin dalla prima scena simbolica si capisce il viaggio agli inferi che il regista vuol far attraversare sia alla protagonista che agli ignari spettatori.
La protagonista si chiama Maria, nome non scelto a caso, una donna dura sofferente molto mascolina che vaga in questo scenario come una nostrana Mad Max in compagnia di una pittbull.
Al soldo di una cinica protettrice, interpretata da una Marina Confalone da David di Donatello, trasporta le future mamme in questa baraccopoli comandata da una terribile Kapo che provvede a farle partorire e far sparire i nascituri.
Il mondo rappresentato da Edoardo De Angelis e unicamente al femminile. Ma è una femminilità brutta, sporca e cattiva. Nessuno si salva. Ed è proprio in questo che prende vita la "Speranza". Una speranza che sotto forma di bambino, quel bambino che Maria sembrava non poteva avere dopo aver subito uno stupro in età infantile e che ora vuole tenere per formarsi un futuro, una famiglia degna di tale nome anche a costo della vita.
E la Speranza diventa un vizio, un vizio di vivere.
De Angelis ne segue la fuga disperata, ne segue il rapporto con l'unico uomo del film (l'uomo che la salvò da quel trauma e che fu ghettizzato per questo motivo) paradossalmente l'unico personaggio positivo o come dice la protagonista "l'unica persona con un po' di umanità che abbia conosciuto", segue l'aridità di chi alla speranza contrappone le virtù della schiavitù ("la schiavitù è bella con le sue regole e i suoi premi").
In questo viaggio la protagonista, una Pina Turco che ricorda a più riprese la migliore Michelle Rodriguez, si porta con se la piccola Virgin evidenziando, fin dai nomi, come questo percorso abbia un qualcosa di mistico e che la fuga da quella fetida realtà è una specie di miracolo.
E su tutti un applauso particolare ad Enzo Avitabile.
Lui non firma la Colonna sonora, lui è un menestrello che racconta i tormenti interiori di queste anime che cercano di rimanere pure il più possibile ancorate al Vizio o al Sogno della Speranza
VOTO 7,5

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